Piero della Francesca, Flagellazione

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DATA: 1459-1460

TECNICA: Tempera su tavola

DIMENSIONI: cm 67,5x91 (superficie dipinta cm 58,3x81,5)

RESTAURO: Interventi antichi. Successivamente 1898, 1930, 1954, 1969.

ISCRIZIONE: Sulla base del seggio di Pilato si legge “OPUS PETRI DE BURGO S(an)C(t)I SEPULCRI” (Opera di Piero di Borgo San Sepolcro)

PROVENIENZA: Secondo documenti settecenteschi il dipinto si trovava nella sacrestia della chiesa di Santa Maria Assunta (Duomo) di Urbino; si riscontra però l’assenza di citazioni in documenti più antichi. Nelle collezioni della Galleria Nazionale delle Marche dalla fine del XIX secolo. L’opera fu rubata nel 1975 e recuperata intatta l’anno successivo in Svizzera.

DESCRIZIONE: Molto probabilmente l’opera fu commissionata da Federico da Montefeltro. La rigorosa scansione spaziale adottata da Piero risponde all’equilibrio proporzionale stabilito dalle leggi della prospettiva. La scena è bipartita, ma i due distinti momenti sono imprescindibili l’uno dall’altro, risolti ed unificati dall’impostazione prospettica. La flagellazione, che dà il titolo al dipinto, è rappresentata in secondo piano ed è ambientata in un atrio o cortile, aperto sulla piazza, rivestito di marmi preziosi. In primo piano, sulla destra, spiccano tre personaggi in conversazione, la cui identità è ancora oggi avvolta nel mistero. Sono state avanzate numerose ipotesi al riguardo; se ne riportano in questa sede solo alcune: potrebbero essere tre personaggi della corte di Urbino, l’uomo a destra indossa infatti i colori araldici dei Montefeltro (azzurro e oro) e, quindi, il giovane biondo al centro potrebbe essere identificato con Oddantonio, fratellastro del duca Federico, ucciso nella congiura del 1444. Gli altri due personaggi potrebbero essere i cattivi consiglieri Manfredo Pio e Tommaso dell’Agnello, oppure potrebbe trattarsi del conte Guidantonio a destra, e, a sinistra, dell’imperatore bizantino Giovanni VIII Paleologo. Tra i numerosissimi tentativi di identificazione dei tre personaggi in primo piano sono stati proposti anche i nomi di Ottaviano Ubaldini, Buonconte (figlio di Federico) e Giovanni Bacci di Arezzo. Il personaggio di sinistra, con il particolare cappello all’orientale, secondo alcuni studiosi potrebbe essere il cardinale Bessarione, che ebbe rapporti con la corte urbinate e che fu inoltre abate commendatario di Casteldurante (Urbania). Altre ipotesi propongono la rappresentazione della Chiesa  minacciata dai Turchi a Oriente, oppure una lettura in chiave religiosa del trionfo della Chiesa sul Male. In particolare la presenza del personaggio di spalle sotto il loggiato, con la veste bianca e il turbante, identificabile con un turco, potrebbe essere un riferimento alla caduta di Costantinopoli, avvenuta nel 1453.