Giovanni Angelo Antonio da Bolognola, già Girolamo di Giovanni da Camerino, Madonna col Bambino e angeli

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DATA: 1455-1460

TECNICA: Tempera su tavola cuspidata

DIMENSIONI: cm 141x96

RESTAURO: 1987

PROVENIENZA: Destinazione e committenza originarie ignote; probabilmente pertinenti ad una chiesa del territorio camerinese. Forse per donazione o lascito testamentario di un benefattore il dipinto giunse al De-Goesbriand Memorial Hospital di Burlington nel Vermont. Risulta in seguito nella collezione dell’antiquario fiorentino Giovanni Salocchi. Successivamente giunse nella collezione Vittorio Cini a Venezia; fu ereditata dalla figlia del conte, Ylma Cini Guglielmi di Vulci, che la vendette allo Stato italiano il 9 gennaio 1987. Lo Stato destinò l’opera alla Galleria Nazionale delle Marche di Urbino.

INVENTARIO: INV. 1990 D 6

DESCRIZIONE: Non è certo se si tratti di un dipinto autonomo o del pannello centrale di un polittico. Soltanto studi recenti hanno attribuito con certezza l’opera a Giovanni Angelo di Antonio, notevole pittore marchigiano contemporaneo a Fra’ Carnevale. Il dipinto raffigura la Vergine Maria, con Gesù Bambino nudo e seduto sul suo grembo, assisa su un trono di complessa architettura. Gesù con la mano destra è in atto di benedire e con la sinistra stringe un pomo, riferimento simbolico alla sua futura Passione e al peccato originale. Ai lati, due angeli adoranti tengono in mano un ramo di gigli, simbolo della purezza della Madonna, mentre, sulla sommità del trono, due puttini alati nudi mostrano una coppa di frutta, anch’essa allusiva al valore salvifico della Passione. Il motivo dei putti presenta delle assonanze con le lunette della Camera picta di Giovanni Boccati. Tra le braccia dei putti passa un lungo festone al quale è appesa una rosa rossa, che pende esattamente sopra il capo di Maria, simbolo del martirio del Redentore. Alla base del trono, disposti in maniera simmetrica come gli angeli e i putti, sono dipinti due vasi di gelsomini, chiara allusione mariana. Nel cartiglio ai piedi della Madonna si legge l’iscrizione “QUEL CHE DEPENSE O QUI VOSTRA FIGURA/ MATRE DE CRISTO, SEGAVA AD MEMORIA/ DE PREGARE DIO PER LUI, VERGENE PURA”. Si noti, inoltre, sul pavimento rosa, a sinistra, il pennello intinto in un barattolo di colore, delizioso brano di natura morta autocelebrativo del pittore. L’opera, nel suo complesso, rappresenta una “sintesi tra assetto volumetrico e luministico pierfrancescano e dinamismo lineare squarcionesco e mantegnesco” (Daniela Ferriani).