CAMPOBASSO

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CASTELLO MONFORTE

Il castello fu costruito, probabilmente, da Ugo II di Molise, nel XII secolo su un precedente castrum longobardo addossato alle mura ciclopiche di un antichissimo insediamento sannitico; la fortificazione, costituita da una torre quadrata più alta rispetto alle cortine e da un recinto, anch’esso quadrato, passò a Riccardo di Monforte nel 1326 in virtù del matrimonio con Tomasella, figlia di Guglielmo, conte di Molise. Questo primo fortilizio subì danni consistenti durante il terremoto del 1349 le cui scosse di assestamento durarono otto mesi causando centinaia di vittime e arrecando ingenti danni al patrimonio abitativo.

Il castello assunse la forma attuale dopo la ristrutturazione operata da Nicola di Monforte, negli anni successivi al terremoto del 1456. Egli avviò il lavoro di fortificazione del maniero e dell’abitato di Campobasso negli anni che precedettero la guerra tra Ferrante D’Aragona e Giovanni d’Angiò per il predominio sul Regno di Napoli (1459-1464). Nel 1459, il conte di Campobasso, Nicola di Monforte, spinto dalle devastanti conseguenze del terremoto e dalla crisi politica legata alla successione al trono del Regno di Napoli e sperando di trasformare un modesto manufatto e un esiguo borgo in un potente stato, decise di parteggiare per Giovanni d’Angiò contro il re aragonese. Questa sua decisione coinvolse la grande feudalità molisana che in massima parte si alleò con Giovanni d’Angiò, causando una sanguinosa guerra combattuta in buona parte nel Molise.

La concezione difensiva dei castelli stava cambiando rapidamente e un condottiero esperto in architettura militare come il Conte di Campobasso non poteva ignorarle; egli, infatti, introdusse importanti modifiche architettoniche sia al castello sia all’abitato sottostante, modifiche che, a suo avviso avrebbero reso la città e il suo fortilizio quasi inespugnabili.

Oltre allo scavo del fossato, alla costruzione a est dell’imponente portale d’ingresso, del ponte levatoio e del rivellino, furono realizzati i quattro torrioni cilindrici per proteggere gli angoli delle cortine, già rinforzate da una parete a forte scarpa.

Il Conte fece costruire attorno alla sommità del Monte un antemurale, rinforzato da torrette circolari, una delle quali è individuabile alle spalle della chiesa di Santa Maria Maggiore, con base a scarpa e redondone, simile ai bastioni del castello.

Per completare le strutture difensive del fortilizio, Cola di Monforte fece costruire un’ulteriore cortina di mura, spesse non più di cinquanta centimetri, che partendo dalla recinzione del castello scendevano a precipizio lungo il costone del monte; esse dovevano servire, anche attraverso cunicoli sotterranei, come via di fuga alla guarnigione e agli abitanti del borgo verso i fitti boschi che circondavano l’altura.

Il conte decise di rinforzare con dei supportici voltati a botte le difese dell’abitato sottostante dove fu raddoppiato il muro di cinta che correva da Porta S. Antonio a Porta S. Paolo, attraverso quelle che oggi sono via Marconi, via Orefici e via Castello. La linea continua di queste muraglie era interrotta da sei porte protette da torri cilindriche. Alla fine dei lavori, il fortilizio risultò circondato da una triplice cerchia di mura che lo rendevano quasi imprendibile.

Tale apparato difensivo, però, non aiutò il Monforte che fu sconfitto a Pontelandolfo, altro suo feudo; egli capitolò ai primi di giugno del 1464, fu privato di tutte le sue terre e costretto all’esilio.

Nel 1495 il feudo di Campobasso fu acquistato da Andrea de Capua, e Isabella, una delle ultime eredi di questa famiglia, lo portò in dote a Ferdinando Gonzaga da lei sposato nel 1531.

Agli inizi del 500, il castello iniziò una lenta, ma inesorabile decadenza. Utilizzato soprattutto come carcere criminale, non fu più abitato con continuità se non dai carcerieri.

Oggi si entra nell’antico maniero attraverso una porta secondaria aperta sul muro occidentale. Superato quest’ingresso, si accede in un grande cortile vuoto e completamente scoperto, ma che conserva, sui muri perimetrali, le buche rettangolari per l’alloggiamento delle grandi travi lignee su cui poggiavano i solai dei piani di abitazione andati distrutti nel tempo, i vani delle finestre, le feritoie e le archibugiere.

Negli unici locali coperti, attualmente sono ospitati il Sacrario dei Caduti della Prima Guerra Mondiale, al piano terra, e la Stazione Meteorologica del Ministero dell’Aeronautica nei piani superiori.

Dopo i Gonzaga, i de Marinis e i Carafa, il castello divenne di proprietà pubblica nel 1728, essendo stata, la città, riscattata dai cittadini.

 

Da Perrella O., Cavaliere G., 2006. Molise Castelli. Palladino Editore. Campobasso.

Perrella O., Di Rocco G., Greco G., Valente F. (a cura di), 2011. Atlante castellano del Molise. Castelli, Torri, Borghi fortificati e Palazzi Ducali. Palladino Editore. Campobasso.