S. Alessandro (già S. Lorenzo)

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Ubicazione

Corso Vittorio Emanuele - via S. Giovanni.

Stato attuale

Scomparsa.

Qualificazione

Conventuale - Ospedaliera - Parrocchiale.

Notizie storiche

Ante 892. Costruzione.

1065. Ricostruzione a cinque navate.

1645. Campagna di lavori che prende l’avvio dal progetto di Antonio Riva incaricato di ricostruire la chiesa mantenendo l’antico coro e il santuario.

1693. Ferdinando Galli Bibiena affresca la cappella della Natività.

1743. Mastro Antonio Boschetti ricostruisce il coro e il santuario su progetto di Domenico Cervini.

1757. Domenico Perfetti realizza il pulpito su progetto di Domenico Cervini.

1856. Progetto di una nuova facciata ad opera di Giovanni Brugnoli per la chiesa parzialmente demolita verso il corso.

1860. La chiesa è soppressa e il titolo parrocchiale passa alla chiesa di S. Teresa.

1864-1868. L’edificio viene destinato a teatro.

Nell’area della chiesa, completamente distrutta, viene edificato il palazzo Fogliani.

1919. L’edificio Fogliani viene ristrutturato ad uso cinema per Oreste Leonardi su progetto dell’arch. Arnaldo Nicelli.

Impianto strutturale e caratteri stilistici

Pianta rettangolare, originariamente a cinque navate, ridotte a tre nella ricostruzione del 1645. Sei pilastri dividono le navate. Volta a botte, presbiterio, sette cappelle.

Principali elementi decorativi ed opere d’arte

Piccolo quadro in controfacciata sulla porta secondaria di destra, di Evangelista Draghi.

Il Salvatore mostra il Sacro Cuore a S. Luigi Gonzaga di Gaetano Callani.

Progettisti

Antonio Riva.

Domenico Cervini.

Giovanni Brugnoli (facciata).

Approfondimenti e
curiosità

La chiesa era parte di un complesso benedettino comprendente convento ed ospedale scomparsi probabilmente già prima del XV secolo.

La chiesa, con facciata verso la via S. Giovanni, viene interessata, nel 1848, dal progetto di rettifilo dell’isolato da contrada del Guasto a strada di S. Giovanni. Il progetto prevedeva la demolizione di parte della casa del capitolo, di tre botteghe e della cappella della Natività affrescata da Ferdinando Galli detto il Bibiena al fine di creare un “allargamento che riuscirà di abbellimento della città”. Il piano di rettifilo viene avviato con acquisti il 18 novembre 156 e portato a termine in età postunitaria.

Bibliografia

Armando Siboni, Domenico Ponzini, Le antiche chiese monasteri e ospedali della città di Piacenza (aperte, chiuse, scomparse), Piacenza, Banca di Piacenza, 1986, p. 133.

Valeria Poli, La città di Piacenza e l’architettura religiosa scomparsa, Piacenza, Edizioni L.I.R., 2015, pp. 210-213.