S. Antonino

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Ubicazione

Piazza S. Antonino.

Stato attuale

Aperta al culto.

Qualificazione

Cattedrale - Parrocchiale - Ospedaliera.

Notizie storiche

350 ca. Fondazione per volere di Vittore, primo vescovo di Piacenza.

Fu cattedrale fino all’850.

870. Ricostruzione da parte del vescovo Paolo.

1004. Restauro ed ampliamento ad opera del vescovo Sigifredo.

XV sec. Fu soppresso il piccolo ospedale che gravitava sul secondo chiostro.

1350. Realizzazione del pronao ogivale detto Paradiso dell’architetto Pietro Vago in sostituzione del portico romanico.

XV-XVII sec. Sostituzione del tetto a capriate in legno con volte in stile gotico, costruzione dell’abside rettangolare e di numerose cappelle laterali, aggiunte barocche, occultamento di un lato del chiostro e demolizione di un altro.

XIX sec. Interventi in stile neogotico.

1925-30. Restauro da parte dell’architetto Giulio Arata.

Impianto strutturale e caratteri stilistici

Impianto planimetrico a croce latina a rovescio, con tre navate e tre absidi, transetto occidentale sormontato da torre ottagonale.
Sul problema dello sviluppo della pianta durante le varie ricostruzioni e aggiunte fatte nel corso dei secoli sono state formulate diverse ipotesi. Secondo le più accreditate l’impianto attuale sarebbe stato realizzato nella prima metà dell’XI sec. sui resti della basilica paleocristiana che forse occupava l’attuale transetto. La porta principale fu, fin dall’origine quella settentrionale, aperta verso la città, alla quale nel sec. XIV fu aggiunto il portico del Paradiso. Nel XV e XVII sec. si costruirono le cappelle. Il presbiterio fu rifatto nei sec. XVI e XVII. A metà dell’Ottocento l’interno subì un totale rinnovamento in stile neogotico e successivamente i restauri condotti da Giulio Arata che eliminando le aggiunte barocche e distruggendo le cappelle tardo-cinquecentesche del lato sud cercarono di riportare l’edificio alle originarie forme romaniche.

Principali elementi decorativi ed opere d’arte

Portale di marmo (1172).

Brani di affreschi del sec. XI recuperati dai sottotetti e collocati nel braccio nord del transetto.

Crocifissione, gruppo quattrocentesco in terracotta policroma, in uno dei tre altari.

Volta e lunetta del presbiterio dipinte da Camillo Gavasetti (1626).

SS. Antonino e Vittore, Storie e martirio di S. Antonino di Robert De Longe (1693).

Approfondimenti e
curiosità

Il quartiere S. Antonio si era già formato in età romana a partire dal III sec. fuori della porta omonima, quando sorse la basilica, la cui funzione di cattedrale diede ulteriore slancio allo sviluppo dell’area. Quando successivamente la cattedrale fu spostata all’interno delle mura esplose il contrasto tra il vescovo conte, espressione del potere regio o imperiale e la comunità civica che si raccoglieva intorno a S. Antonino, per cui la divisione fra le due cattedrali fu anche politica, restringendo l’area di influenza antoniniana alle sole pertinenze della basilica. Con la costruzione del castello di S. Antonino fondato nel 1337 si chiuse definitivamente la spinta urbanistica verso l’esterno della città.

Le spoglie del vescovo S. Vittore che fondò la basilica paleocristiana si conservano sotto l’altare maggiore insieme a quelle di S. Antonino, soldato della legione Tebea decapitato nei pressi di Travo secondo la tradizione nel 303, quivi fatte traslare nel 400 dal vescovo S. Savino.

Contrapposta, anche politicamente al Duomo, ospitò nel 1183 i delegati dei Comuni e dell’Imperatore Federico Barbarossa per stabilire i preliminari della pace sancita a Costanza nell’anno successivo con cui il Barbarossa riconobbe l’autonomia dei Comuni italiani.

Teobaldo Visconti, canonico della basilica fu elevato al soglio pontifico col nome di Gregorio X.

RESTAURO

Bibliografia

Ersilio Fausto Fiorentini, Le Chiese di Piacenza, Piacenza, Editrice T.E.P. Gallarati, 1976, pp. 22-26.

Armando Siboni, Domenico Ponzini, Le antiche chiese monasteri e ospedali della città di Piacenza (aperte, chiuse, scomparse), Piacenza, Banca di Piacenza, 1986, p. 22.