Dante nel primo Cinquecento (1520)

Un'altra edizione di Bernardino Stagnino (1450?-1540), con stampato a Venezia il 28 marzo 1520, presenta le stesse caratteristiche delle due precedenti del 1512. Sul frontespizio, tuttavia, figura una variante della marca tipografica presente sulle altre. Il monaco effigiato, qui vólto a destra, è il celeberrimo San Bernardino da Siena (1380-1444), come mostrano inequivocabilmente gli attributi: il monogramma di Cristo IHS e le tre mitre, che richiamano il rifiuto opposto per umiltà a tre proposte di nomina alla dignità episcopale.
La scelta dell'immagine si rifà ovviamente al nome del tipografo Bernardino, che del soprannome Stagnino si avvalse sempre in alternativa al vero cognome Giolito de' Ferrari. Bernardino avviò la propria l'attività tipografica a Padova nel 1480, lavorando accanto all'Università e producendo soprattutto opere giuridiche, ma operando presto da Venezia. La sua attività si estese a tal punto che partecipò anche alla fiera di Francoforte, trattando con operatori stranieri. Nel Cinquecento, la sua produzione assunse indirizzi differenti e dai testi destinati all'Università passò a testi di letteratura e di religione, di formato piccolo.
Anche se non è stato possibile stabilire esattamente i rapporti interfamiliari, il cognome lo segnala come prossimo ad una delle più grandi dinastie tipografiche veneziane, quella dei Giolito, il cui maggiore esponente fu probabilmente Gabriele.
Questa edizione della Commedia, con il commento di Cristoforo Landino, la curatela di Piero da Figino e la serie di xilografie per i capilettera e l'illustrazione figurativa dei canti, verrà ripubblicata dopo qualche anno dall’editore veneziano Giovanni Giolito.


1520-fig

D. Alighieri, Opere del diuino poeta Danthe con suoi comenti: recorrecti et con ogne diligentia nouamente in lettera cursiua impresse, In Bibliotheca S. Bernardini (In Venetia: per miser Bernardino Stagnino da Trino de Monferra, 1520 adi XXVIII marzo), in-4°; cors.
Piacenza, Biblioteca Comunale Passerini-Landi, Fondo Landi, (L)X2.09.042.

Il frontespizio dell’edizione reca il titolo in rosso e la marca tipografica, circondati da una cornice xilografica che si ripete con varianti all’inizio della prima cantica, affiancata alla pagina di sinistra da una xilografia a piena pagina. E’ decorata con vignette xilografiche iniziali per ogni canto ed iniziali xilografiche fiorite all'inizio dei canti e delle parti del commento.
L’esemplare presenta l’aggiunta manoscritta della data 1520 sul frontespizio. E’ postillato da una mano che corregge talvolta il testo dantesco e talora ne commenta le scelte lessicali con riferimento al francese e precisa alcune date.
L’esemplare è legato in pergamena su cartone. Il titolo dell’opera è manoscritto sul dorso. I tagli sono approssimativamente spruzzati di viola. Sull’esemplare compare il nome «Antonio Bonello», ma è difficile possa essere una nota di possesso. L’esemplare apparteneva alla Biblioteca del marchese Ferdinando Landi, pervenuta alla Biblioteca Comunale nel 1872.