Frammenti

FRAMMENTI

Cos’è un frammento

Frammento è una parte di manoscritto che può consistere in fogli interi o parziali o in coppie o gruppi di fogli di un libro o codice, o in parti di documenti a foglio singolocome atti notarili, tipicamente costituiti da pergamena.

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Il riuso

Generalmente i frammenti giungono a noi dopo un periodo di tempo più o meno lungo durante il quale sono stati riusati, cioè destinati ad un impiego diverso da quello originario. I manoscritti in pergamena che contenevano un testo non più attuale erano ancora assai utili per il materiale di cui erano fatti. La pergamena poteva essere utilizzata per dar vita ad altri manufatti. I frammenti qui esposti mostrano in prevalenza una modalità di riuso che li ha visti impiegati nella legatura di altri volumi manoscritti o a stampa della quale conservano la forma, o come cartella a protezione di documenti d’archivio.

La Frammentologia

Il fenomeno del riuso e conseguentemente la quantità dei frammenti che sempre più frequentemente si possono incontrare ha fatto nascere una disciplina tra codicologia, paleografia e filologia che è denominata frammentologia. Il compito è descrivere, classificare e studiare i frammenti. Alcuni frammenti particolarmente antichi sono ormai l’unica testimonianza di scritture o notazioni musicali, altri moltiplicano considerevolmente la casistica di scritture o usi scrittori altrimenti rari ed altri sono elequente prova di manufatti non più esistenti e ancora della prassi di riciclo legata a particolari ambienti di librai e di legatori.

I FRAMMENTI NEI CENTENARI DEL 1921 E DEL 1965

Nel 1921 il sesto centenario della morte di Dante era stato celebrato a Piacenza con la pubblicazione del volume Onorate l’altissimo poeta che comprendeva testi letterari, musiche che accompagnavano o si ispiravano a brani danteschi, esplorazioni della Commedia alla ricerca di elementi lessicali condivisi con il nostro dialetto o di personaggi in qualche modo legati Piacenza, o ancora di possibili agganci tra il nostro territorio e Dante. Oltre questo volume, il risultato più cospicuo di quel centenario, e non collegato allo stesso ambiente culturale, era stata la riproduzione del Codice Landiano, con introduzione di Augusto Balsamo e un dettagliato studio del filologo Giulio Bertoni. Per l’impostazione che quelle celebrazioni avevano assunto e a fronte di un così importante contributo su di un manoscritto di capitale importanza, non c’era stata occasione di trattare dei frammenti, sebbene in parte già noti. Essi acquistano una certa visibilità al di fuori dell’ambito degli studi strettamente specialistici nel 1967, con la pubblicazione del volume Dante e Piacenza, che riuniva gli studi prodotti dalla Deputazione di Storia Patria per le Provincie Parmensi in occasione del settimo centenario della nascita di Dante di due anni prima.

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FRAMMENTI DI MANOSCRITTI A PIACENZA

I manoscritti di frammenti della Commedia portati alla ribalta nel 1967, con la pubblicazione del volume Dante e Piacenza, erano il Manoscritto Comunale 289.3 ed il Manoscritto Comunale 544.12, cui dal 1985, si sono affiancati quelli del Manoscritto Vitali 26 scoperti in quell’anno da Aldo Rossi, uno studioso di Dante e di Boccaccio. Ciascuno di essi contiene frammenti non omogenei, provenienti cioè da manoscritti differenti.
Nel Manoscritto Comunale 289.3 sono conservati frammenti di 3 diversi manoscritti. Malgrado la diversa area di produzione e il diverso periodo di compilazione (secoli XIV e XV) essi hanno vicende comuni. Il Manoscritto Comunale 544.12 contiene un solo frammento dantesco (prima metà del sec. XV), mentre il Vitali 26 frammenti di tre manoscritti (secoli XIV e XV).


La forma

Il tipo di riuso condiziona pesantemente la forma che i frammenti assumono ed i frammenti piacentini di ciò possono offrire un piccolo campionario.
La forma dei frammenti di Ms. Comunale 289.3/1 suggerisce, ad esempio, il loro uso a far spessore nel piatto di una legatura, come è stato per i fogli cartacei del frammento decameroniano. E’ esplicito il posizionamento che deve avere avuto il bifoglio del frammento Ms. Comunale 289.3/3, le cui piegature verticali rendono evidente la sagoma del dorso del volume cui esso aderiva con le tracce dei nervi rilevati che lo scandivano. Un riuso del tutto identico, ma nel complesso più distruttivo, hanno subito i frammenti del Ms. Vitali 26.2 e Ms. Vitali 26.3, dal momento che intersezione della parte dorsale della legatura del volume è perpendicolare all’orientamento della scrittura e finestre corrispondevano ai nervi. La modalità del riuso del bifoglio di Ms. Comunale 544.12, ove la scritta riferita al documento archivistico è capovolta rispetto testo dantesco è da ritenersi del tutto simile a quella del frammento dell’Archivio di Stato di Piacenza (e di Parma) e del resto si colloca nello stesso archivio familiare. Il riuso quasi non interferisce con l’attuale fruibilità dei frammenti Ms. Comunale 289.3/1 e Ms. Vitali 26.1 (diversi per zona geografica e data) ma riconducibili per i documenti archivistici con i quali sono venuti a contatto alla famiglia piacentina degli Scotti.

L’appartenenza

Una delle conseguenze del riuso è la dispersione di frammenti di uno stesso manoscritto che possono talora trovarsi in luoghi assai distanti tra loro. Riuscire a ricongiungere un frammento con altri che hanno la stessa origine non può che essere frutto di una approfondita conoscenza di questi materiali e conseguenza di vasti e accessibili censimenti. Per quanto riguarda i frammenti piacentini, l’unico caso in cui è stato possibile ricollegare certamente più frammenti è quello del Ms. Comunale 544.12. Il frammento dantesco piacentino del Paradiso con il commento del Buti, sin dal 1998 e grazie agli studi di Fabrizio Franceschini, è stato ricondotto ad altri bifogli analoghi che costituiscono un manoscritto (Wellesley 1036) che si trova in Massachussets presso la Margaret Clapp Library del Wellesley College dell’omonima cittadina, donati da George Arthur Plimpton. Altri frammenti del genere sono più vicini a noi. Nel 2007 un bifoglio analogo è emerso nella carta di guardia di un documento conservato all’Archivio di Stato di Piacenza (ASPc, Fondo Appiani d’Aragona di Piombino, Varie 1661-1670, N° 21, Dep. 6, Scaff. 937, Fascicolo 18) ed è stato segnalato da Patrizia Anselmi. In occasione degli studi condotti per questa mostra, Fabiana Baudo ha rintracciato un altro frammento nell’Archivio Vitali-Verga, ora all’Archivio di Stato di Parma, che è la miglior parte della collezione di Torquato Vitali di cui l’altra costituisce il Fondo Vitali della Biblioteca Comunale Passerini-Landi.
E’ discussa la possibile appartenenza del frammento Ms. Comunale 289.3/3 (frammento dell’Inferno con il commento dell’umanista Guiniforte Barzizza) al Ms. 3658 della Biblioteca Nacional di Madrid.