Don Carmine Cortese

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Nato a Tropea il 19 febbraio 1887, di salute alquanto gracile,  a differenza dei fratelli intraprese gli studi nel Seminario della città. Nei mesi in cui non era in Seminario, trascorse l’adolescenza partecipando alla vita culturale della cittadina: Tropea era, nei primi decenni del secolo, un vivace centro culturale, attivo dal punto di vista commerciale e per quanto riguarda la stampa di periodici locali. Fu ordinato sacerdote nel mese di dicembre del 1913 e due anni dopo, il 17 maggio 1915, fu assegnato come cappellano militare alla Milizia mobile del 19° Reggimento Fanteria. Nel 1917 fu  spostato all’ 8° Reggimento Alpini, dove fu ferito per lo scoppio di una granata e  ricoverato per poco tempo, preferendo continuare a prestare soccorso ai soldati sofferenti. Partecipò alla disfatta di Caporetto e fu internato nel campo di concentramento in Boemia; liberato, prestò servizio in vari ospedali militari per la riabilitazione dei mutilati nella zona di Firenze fino al 1920. Fu insignito della medaglia di bronzo al valore militare per poi rientrare a Tropea, parroco della parrocchia di Santa Caterina,  ad occuparsi dell’azione religiosa dei giovani. Contrario al regime fascista, non era ben considerato dai politici locali e per questo motivo lasciò Tropea  per Spilinga (VV), dove svolse un attivo lavoro pastorale per circa un ventennio. Anche nella nuova cittadina vibonese ricordava spesso gli anni trascorsi in guerra, sia con gli anziani del paese che vi avevano partecipato, sia con i giovani. La sua attività di cappellano militare ci è nota soprattutto attraverso i  suoi Diari,  documento prezioso e testimonianza diretta   della Grande Guerra e della prigionia sofferta in Boemia.  Morì il 7 febbraio del 1952.