Il prologo della glossa

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A partire dalla parte destra della glossa, dalla riga 1 alla 12 si ha una presentazione dei riferimenti dell’autore agli scritti del cartografo Abul-Feda.

"Il sultano, ovvero il potente signore Ismâ´îl, quel padre e patrono di aulici trionfi, ammantato del panneggio di sovrano virtuoso e coltivato, nella sua trattazione del mondo, ha proceduto alla stesura delle annotazioni e glosse in maniera tale e sulla scorta di raccomandazioni siffatte che i signori titolati, incoronati e muniti d’ingegno, abitualmente residenti nelle città, nonché di urbanità forniti, fossero convocati e invitati a conoscere, ciascuno nella propria patria, le contrade di maggior risonanza e quelle più famose e gli edifici palatini più splendidi: così che quando fossero stati interrogati sul tema, quei signori avessero saputo fornire risposte pronte e informazioni puntuali. Sarà infatti e davvero d’uopo che

alle menti dei sovrani eccellenti e sul metro della saggezza conformati siano nitidi e ben presenti i climi e i paesi e le città del mondo intero, nella loro completezza. In proposito, soccorrono le voci e notizie delle scoperte che ci sono pervenute in forma di lasciti dai sapienti e dai matematici e dagli scienziati (…) Ne deriva e si spiega come il Principe eccellente Ismâ´îl – certo al nobile fine di rendere noti gli esempi e i modelli (di un’idea) del mondo - nel libro che Sua Eccellenza medesima ha composto sotto il titolo di “Trattato di matematica”, abbia apposta elencato ed annotato in generale longitudini e latitudini nonché paesi e città del mondo".

(Parte destra, righe 1-6).

Lettura del testo in lingua originale

Grazie alla gentile concessione delle traduzioni, in parte inedite, di Giampiero Bellingeri. Tutti i diritti sono riservati.