Di cosa si tratta

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Il Mappamondo cordiforme turco-veneziano è databile alla seconda metà del XVI secolo e contiene notizie storiche e geografiche in lingua turco-ottomana. Nel passato è stato attribuito all’opera del tunisino Hajji Ahmed, ma secondo recenti studi l'opera è verosimilmente frutto di un piano editoriale a più mani concepito a Venezia negli anni 1559-1568 e probabilmente destinato al mercato ottomano: erano infatti frequenti le richieste di tipo cartografico provenienti dal Bosforo e rivolte a Venezia.

La Biblioteca Nazionale Marciana custodisce la matrice lignea composta da sei blocchi incisi, le cui dimensioni complettive sono di 106 x 110 cm, e due stampe xilografiche della fine del XVIII secolo, di 111 x 113,5 cm. 

   

L’oggetto della rappresentazione è un mappamondo a forma di cuore con tutti i nomi geografici in lettere arabe e arricchito da una lunga glossa in turco-ottomano. Nel margine inferiore del mappamondo sono rappresentati due emisferi celesti e una sfera armillare. Il tutto è incorniciato da una stringa a motivi floreali interrotta solo in alto dal titolo della mappa, che può essere tradotto come: “Perfetta e completa incisione e descrizione di tutto il mondo”.

La matrice del Mappamondo è stata ritrovata nel 1795 nell’Archivio criminale del Consiglio dei Dieci di Palazzo Ducale a Venezia. Il 12 settembre di quell’anno viene tirata una stampa in ventiquattro copie, il massimo stimato per garantire l’integrità della matrice lignea già usurata dal tempo. È del 18 settembre dello stesso anno la lode dello Consiglio verso il soprintendente agli archivi Cristofolo Antonio Loredan per il rinvenimento della Mappa, per aver provveduto alla stampa delle copie per i tipi dello stampatore ducale Pinelli e per averne commissionato lo studio linguistico all’abate Assemani, professore di lingue orientali a Padova. Nello stesso documento viene deliberato che la conservazione dell’originale autografo sia conservato nella Biblioteca Marciana. 

L’importanza della mappa è individuabile in particolare nel contesto dei rapporti commerciali e culturali tra la Repubblica di Venezia e l’impero Ottomano.