La fonderia di antimonio

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Nel 1882 il toscano Carlo Scaniglia fece edificare a Su Suergiu la prima fonderia per antimonio dell'isola, capace di produrre mensilmente trenta tonnellate di solfuro di antimonio fuso.

L'edificio era situato nella parte bassa del borgo, nella quale erano stati sperimentati cicli innovativi di produzione mineraria. La parte più antica, realizzata in pietra, era abbellita da prese di luce semicircolari e da capriate.

Nel 1889 l'attività, benché remunerativa, costrinse i tre soci, Carlo Scaniglia, Carlo Rogier e Giuseppe Carcassi, alla cessione della miniera alla Società Anonima Miniere e Fonderie di Antimonio di Genova, che ottenne la concessione senza limiti di tempo.

Agli inizi del XX secolo, quando la guerra russo-giapponese provocò un forte aumento del prezzo di mercato dell'antimonio, la Società decise di rinnovare la fonderia per aumentare la produzione e ridurre i costi. Il nuovo impianto entrò in funzione nella primavera del 1907, ma la situazione peggiorò negli anni successivi, il prezzo dell'antimonio scese nuovamente e il rifornimento divenne irregolare, per cessare del tutto nel 1918, con la fine della Grande Guerra. Vi fu una lieve ripresa solo durante il periodo fascista, in seguito all'isolamento internazionale dell'Italia.

Negli anni Sessanta la fonderia incrementò la sua produzione, ma nel 1968 le attività di ricerca e coltivazione vennero definitivamente sospese e l'impianto chiuse nel 1979, con il conseguente licenziamento degli operai.

s.d. = senza data