La tavola sia apparecchiata nel più ricco modo ... Massimo Baucia e Elisabetta Rausa

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Ringraziamo il professor Stanca: gli avevamo chiesto delle impressioni di lettura, ma, come previsto e auspicato, ci ha dato molto, molto di più: ha messo a disposizione tutta la sua competenza anche per richiamare alla nostra attenzione le peculiarità e le caratteristiche di ciascuna opera citata nel volume, oltre a darci di esso una immagine esauriente e vivacissima. Non possiamo chiudere questo banchetto culturale, così come si concluse quello descrittoci da Tiberio Pandola ne Il famoso convito così delle giostre come del banchetto, che lo illustrissimo & eccel. S Duca di Piacenza, & di Parma ha fatto nella Mag. Città di Piacenza nello anno MDLXI (In Milano, dalla Stampa di Francesco Moscheni, 1561), allorquando, terminata la cena «date l’acque ninfate & muschiate alle mani furonno appresentati su le tauole per compartimento eguale ventiquattro Arboscelli di viva Mirtella, sui rami della quale a gran copia erano stecchi di legno di diversi intagli lavorati, & fauori di fiori similmente di diuerse sete & oro, & d’argento adornati, & arricchiti; de quali tutti que’ Signori, & quelle Signore, & le altre Gentildonne con tutti quelli & quelle altri che se ritrovarono alle mense, poi finalmente se ne accomodarono».  L'intenzione sarebbe tuttavia quella di offrirvi qualche saggio di lettura da alcuni dei volumi che abbiamo esposto nel Salone monumentale. Da La nuova, vaga e dilettevole villa di Giuseppe Falcone, un autore piacentino che dedica la princeps di questa sua opera pubblicata a Pavia nel 1597 a Bernardino Mandelli conte di Caorso, trarremo parte del bagaglio di esperienze contadine che, dalla osservazione di circostanze quotidiane, inducono a previsioni circa il tempo o la resa del raccolto. Ascolteremo anche quanto accurate e informate siano le considerazioni che motivano a dotare la villa di certi animali piuttosto che di altri (particolarmente per quanto riguarda l’asino). Mi auguro possiate gradire pure un testo letterario giocoso, un capitolo sui tortelli piacentini di Gasparo Bandini, Telasco Orneate tra gli arcadi della Colonia di Trebbia. Si trova nel Manoscritto Pallastrelli 106, uno dei due manoscritti della nostra biblioteca che ci tramandano i resoconti delle adunanze degli Arcadi Piacentini. Per Piacenza, anche la Colonia trebbiense, dedotta nel 1715, rappresenta un motivo di orgoglio, come i tortelli, per quanto sia certo che i gourmet apprezzino assai di meno quest’altro vanto cittadino. Altre letture ci presenteranno descrizioni di tavole lautamente imbandite imbandite e di trionfi tratti dall’opera di Bartolomeo Stefani, L’arte di ben cucinare, et istruire i men periti in questa lodeuole professione. Dove anco s’insegna a far pasticci, sapori, salse, gelatine, torte, & altro. L’autore fu cuoco alla corte del duca di Mantova, come si qualifica sul frontespizio del libro. Sarà la collega Elisabetta Rausa a leggerci questi brani.

Un incentivo a posporre la cena vera, che ciascuno di noi consumeràPeder Severin Krøyer, Hip hip hurra! Kunstnerfest, 1888 - Göteborgs Konstmuseum,  nella propria casa, magari proprio pensando alle descrizioni delle tavole sontuosamente imbandite di cui ascolteremo le descrizioni, può forse venire dal fatto che nel corso delle letture sarà proposta, come frugale aperitivo, la degustazione di un bicchiere di buon vino, offerto dall'Azienda Agricola Zerioli di Ziano Piacentino, che ringrazio così come ringrazio tutte le colleghe che rendono possibile con la loro disponibilità, questa sperimentazione di una situazione logistica per noi inusuale che ci viene imposta dal tempo a nostra disposizione ormai quasi scaduto.

Mentre Elisabetta inizia con le letture, riceverete il bicchiere. A tutti: ‘prosit’!

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