gli incisori

Innocente Alessandri e Pietro Scattaglia sono allievi di Francesco Bartolozzi, trasferitosi da Firenze a Venezia nel 1748 e nel terzo quarto del Settecento artista acclamato a livello europeo; i due incisori non si rifanno tuttavia allo stile del maestro.

Nella città lagunare sono titolari della Calcografia Magna ed insieme realizzano diverse serie.  Tra il 1760 e il 1770, pochi anni prima della esecuzione delle tavole per Animali quadrupedi ... , realizzano sei tavole su disegni di Francesco Fontebasso, G. B. Tiepolo e G. B. Piazzetta, raffiguranti busti di uomini in diversa  età, forse parte di una serie mai completata. La tecnica utilizzata è quella della maniera a matita, che in questo periodo riscuote grande successo in Europa, ma viene usata sporadicamente in Italia; essa consente un tratto più libero e corsivo, sciolto e modulabile rispetto al bulino.

La tecnica della maniera a matita (en manier de crayon) viene ricondotta a Jean Claude François, che la inventa alla metà del Settecento; è una tecnica indiretta in cui si utilizza una tavoletta ricoperta di vernice a base di cera che non indurisce (da cui i nomi di vernice molle o ceramolle con cui è anche chiamato questo procedimento); sulla tavoletta viene posto un foglio di carta e  su questo  l'incisore esegue il disegno a matita, superando i limiti imposti dal bulino; il passaggio della matita provoca l'adesione del foglio alla tavoletta cerata, e quando il foglio viene sollevato stacca dalla cera i tratti corrispondenti alle parti in cui è passata la matita, lasciando scoperte le parti della tavoletta che saranno sottoposte a morsura; infine si procede alla stampa.

La tecnica nasce per imitare o interpretare il segno granuloso della grafite e quello soffice del pastello, adeguandosi al gusto del XVIII secolo per la morbidezza del tratto e la leziosità grafica: in Francia infatti essa è usata  da Gilles Demarteau per tradurre i disegni di François Boucher, utilizzando per il disegno ruote dentate in acciaio al posto del bulino. Louis-Marin Bonnet incide invece en manier de pastel, cercando un tratto quanto più vicino a quello del pastello.

Alessandri e Scattaglia utilizzano la maniera a matita per le tavole dell'opera esposta, in modo da avere una restituzione più fedele delle corna, del pelo e della pelliccia, ed ottenere una morbidezza di modellato che viene valorizzata dalla successiva coloritura a mano delle tavole.