il tipografo

Nel VXIII secolo a Venezia viene meno l'antico modello di impresa editoriale formata da stampatori-librai, modello utilizzato sin dalla seconda metà del Quattrocento e costituito da  bottega ben rifornita di libri e stabilimento dotato di torchi tipografici.

Questa organizzazione viene tuttavia mantenuta fino alla fine del secolo da grandi imprese come Baglioni e Pezzana, imprese che cioè hanno una considerevole consistenza patrimoniale rispetto alle altre: basti pensare al pagamento di 100.000 ducati da parte dei Baglioni nel 1717 per l'ascrizione al patriziato veneziano, esborso che pure non scalfisce il patrimonio della ditta dato che l'inventario redatto in occasione della morte di Giovanni Paolo, nel 1786, stima il patrimonio di famiglia in 458.601 ducati e  l'attività (tipografia e libreria)  in oltre 190.000 ducati, senza considerare i beni immobili e la quadreria.

Ma nel corso del Settecento nuove idee, l'evoluzione della società, il mutamento dei gusti dei lettori tendono a favorire aziende dall'impianto più elastico, in grado di adattarsi alla imprevedibilità della domanda, come i librai, che con una bottega e pochi dipendenti ordinano la stampa dei propri libri a tipografi che in numero sempre maggiore lavorano solo su commissione: troviamo quindi il librer, che si occupa della vendita dei libri, e lo stampador che provvede alla loro produzione. Dai documenti dell'epoca sappiamo che questa distinzione di ruoli non è rigida, potendosi passare da una categoria all'altra.

Se il libraio si avvicina alla figura del moderno editore predisponendo una originale linea editoriale, curando i rapporti con gli autori e la commercializzazione dell'opera, i tipografi pagano le conseguenze della trasformazione, perdendo capacità d'iniziativa ed autonomia decisionale nelle scelte editoriali.

Nel periodo di recessione dell'editoria veneziana i Riformatori dello Studio di Padova prendono atto che a causa del poco lavoro gli stampatori  si sono rivolti alla vendita di libri e nel 1765 si contano nella sola zona delle Mercerie una cinquantina di librerie.