Il fondo Buonaccorsi

La raccolta libraria che va sotto il nome di Fondo Buonaccorsi costituisce il fondo istitutivo della Biblioteca Statale di Macerata, acquisita dal Ministero già nel 1978 con la previsione di ospitarla in un adeguato istituto culturale. Con la prelazione esercitata dallo Stato la ricca collezione privata veniva sottratta allo smembramento e alla dispersione, potendo conservare quel vincolo culturale, oltre che bibliografico, che fa della biblioteca un’entità ben più complessa e significativa  di un  insieme casuale di libri.  

Originaria di Potenza Picena, la nobile famiglia Bonaccorsi viveva tra Macerata, dove Raimondo nei primi anni del 1700 diede il via alla costruzione di un  palazzo nobiliare che ancora oggi porta il nome Bonaccorsi, e Potenza Picena (allora Monte Santo), nella bella villa con giardino all’italiana la cui costruzione risale al XVI secolo.  La prima documentazione storica dell’esistenza di questa famiglia è contenuta in una  bolla del 1258 del pontefice Alessandro IV nella quale si cita Boncambio di Bonaccorso di Monte Santo con il titolo di “dominus”.

Secondo gli studi effettuati, la  casata avrebbe avuto  inizio nel 1214. In una monotona ricorrenza di nomi, Filippo, Filippuccio e soprattutto Bonaccorso, la storia della famiglia si snoda tra altissimi incarichi politici, militari ed ecclesiastici.  Soprattutto nel periodo  aureo, tra il XVII e il XVIII secolo,  la famiglia vanta rapporti strettissimi con Bologna, la cui legazione è retta da Bonaccorso Bonaccorsi nominato cardinale nel 1669 da Clemente IX, e con la corte pontificia dove emerge la figura di Simone, giunto al cardinalato nel 1763.

La raccolta libraria prodotta dalla famiglia Buonaccorsi rientra quindi a pieno titolo nel novero delle collezioni private di grande rilievo, per la capacità che ha di documentare gli ambiti di interesse e i legami dei suoi membri con gli alti livelli della società del tempo, finendo per diventare  testimonianza anche dei caratteri di un lungo periodo storico.

Il fondo è costituto da circa ottomila volumi, interessanti un arco temporale che va dal XVI al XIX secolo, e la  presenza di un incunabolo consente di gettare uno sguardo anche sulle peculiarità del libro nei primi anni della stampa;  si conta poi  un rilevante numero di cinquecentine. Per quanto riguarda i generi, accanto ad una consistente varietà  di classici dell’età antica e moderna si evidenziano codici e testi di diritto, trattati di storia, geografia ed etnologia, medicina e astronomia,  opere di argomento religioso. Considerevole inoltre la presenza di opere di botanica e giardinaggio, che documentano l’interesse per l’agricoltura e la vita di campagna, nonchè scritti di dietetica e  gastronomia.

Da questa raccolta provengono le opere presentate.