Incunabolo 131

Aesopus                                             

Fabelle esopi translate e greco a laurentio vallensi secretario illustrissimi domini Alfonsi regis aragonum dicate Arnaldo fenolleda eiusdem domini regis secretario. Valencie : per Lupum de la Roca alemanum, 1495 xxviii septembris,1495.

L'Autore: Esopo fu un favolista greco la cui vita non ha riferimenti storici ben definiti; vissuto intorno alla metà del VI secolo a. C. forse fu uno schiavo originario della Frigia che morì di morte violenta, come racconta Erodoto (II, 134) e altri scrittori della più tarda grecità; meno credibili sono le altre notizie che lo tramandano gobbo e deforme. Considerato l’iniziatore della favola come genere letterario, sulla sua vita si accumularono notizie varie fino alla romanzesca Vita di Esopo, uno scritto del 1°-2° secolo d.C., il cui primo nucleo risale forse al V secolo a C.

L'Opera: Le Favole di Esopo, opportunamente "moralizzate" ad uso didattico, furono tra la metà del Quattrocento e la metà del Cinquecento uno dei testi più diffusi e più ripetutamente stampati sia in Italia che in altri Paesi. Le redazioni a noi giunte di favole esopiche sono di età ellenistica e ne comprendono in totale circa 400; brevi e asciutte nello stile, spesso hanno come protagonisti gli animali parlanti che simboleggiano  vizi e virtù dell’uomo.

Questo incunabolo rappresenta un esemplare unico. Stampato in Spagna da Lope de la Roca e tradotto in latino dal celebre umanista Lorenzo Valla (Roma 1407- ivi 1457), fu tra i primi prodotti tipografici della penisola iberica.

L'esemplare è legato ad altre due opere, la prima delle quali presenta l'ex libris di Monserrat Rosselló.



 

 

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