Incunabolo 16

Giacomo Filippo Foresti

Supplementum Chronicharum. Impressum autem Venetijs : per magistrum Bernardinum ricium de Nouaria. [Venezia], 1492.

L' autore: Giacomo Filippo Foresti detto il Bergomense (Solto Collina, 1434 - Bergamo, 1520), fu un religioso agostiniano appartenente alla nobile famiglia dei conti Foresti. Nel 1451 entrò nell'ordine degli eremitani di S. Agostino nel convento di Bergamo. Fu priore a Imola nel 1494 e a Forlì nel 1496. Dal 1499 sino alla morte visse in S. Agostino di Bergamo, studiando e arricchendo la Biblioteca del convento con numerosi acquisti librari.

L'opera: Il Supplementum chronicarum, che ha come principale fonte i Genealogia deorum libri di Boccaccio, le Vitae pontificum del Platina e il Chronicon di S. Antonio, è una narrazione per annate in 15 libri contenente una sorta di storia universale del mondo dalle origini sino al 1482. L'opera, dedica ad "Magistraturri bergomensem", ebbe una grande fortuna editoriale. Fu stampata per la prima volta a Venezia nel 1483 presso Bernardino Benali; numerose edizioni ebbe anche la traduzione in volgare apparsa per la prima volta a Venezia nel 1491. Le prime due edizioni del 1483 e del 1485 erano prive di illustrazioni; dall'edizione del 1486 l'opera fu arricchita da illustrazioni tanto da costituire una delle più famose produzioni del libro illustrato italiano del Quattrocento. Sono numerose, infatti, le xilografie di diverso formato che impreziosiscono l'opera: i giorni della creazione, la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre, Caino ed Abele, la torre di Babele. Dall'edizione del Rizzo del 1490 sono tratte le vedute di città tra cui i panorami di Venezia e di Roma, quest’ultima considerata una delle prime accurate illustrazioni della città; a queste si accompagnano vedute di città immaginarie di ridotte dimensioni. Spesso la stessa xilografia viene utilizzata per città diverse: la città di Costantinopoli, ad esempio, dall'edizione del 1492 in poi è rappresentata con la stessa immagine di Napoli.

Le xilografie potrebbero provenire dall'Officina di Giovanni Lucilio Sanritter e Girolamo de Sanctis attiva a Venezia nella seconda metà del Quattrocento.

 

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