La bottega di Felice Giani

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Il lavoro di bottega usualmente avviene nella buona stagione, da aprile a dicembre, secondo ciò che l'artista appunta nei suoi taccuini. Durante l'inverno invece si organizza il lavoro e la messa a punto di nuovi progetti, si approfondisce lo studio dei modelli e dei disegni dal vivo, che diventano nuovi repertori per i cantieri estivi.

Giani si appoggia a valide maestranze, soprattutto veloci nell'esecuzione, che si succedono nella sua bottega, a volte suggerite dai committenti, altre volte dall'architetto a cui fa riferimento: Giovanni Antonio Antolini. Queste collaborazioni vedono Gaetano Bertolani, pittore d'ornato ed esecutore fedele di Giani, essere il responsabile di bottega nel complesso. Infatti è proprio Bertolani che anche a Venezia prepara il lavoro sul luogo, predispone i materiali e tiene i rapporti con i committenti fino all'arrivo dell'artista.

La figura di Gaetano Bertolani (1758/59-1856), figlio di artigiani mantovani, appare al fianco di Giani dal 1796 a Jesi. Tuttavia sembra che l'incontro tra i due avvenga a Faenza, presso palazzo Laderchi, mentre Bertolani è impiegato come imbianchino.

Interessante è la scoperta della Ottani Cavina di una firma “Gaetano Bertolani 30 marzo 1812” presso il criptoportico di Villa Adriana a Tivoli, che attesta la sua presenza sul luogo nella copia delle grottesche della villa di età imperiale. (Ottani Cavina, 1999)

La sua figura artistica segue l'ombra di Giani e le sue precise indicazioni, anche se non mancano parti importanti eseguite solamente dal decoratore nella realizzazione dei cicli di dipinti, soprattutto per quanto riguarda la realizzazione di grottesche e ornato di gusto neoclassico. Questa dipendenza da Felice Giani è motivo per cui, dopo la morte dell'amico nel 1823, la sua vita ritorna abbastanza circoscritta nella Faenza di provincia, nella ripetizione stereotipata degli schemi tematici e d'ornato appresi dal maestro.

Nella bottega di Felice Giani, come nel suo atelier romano confluiscono anche altri collaboratori: gli scultori Antonio Trentanove, i fratelli Ballanti Graziani e Marcantonio Trefogli, che realizzano fedelmente gli stucchi su disegno di Giani.