Il committente: il mercante tedesco Anton Kolb

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Grazie alla supplica e alla richiesta di privilegio che il ricco mercante tedesco Anton Kolb, originario di Norimberga, rivolse alla Repubblica sappiamo che l’opera, terminata nell’ottobre del 1500, richiese tre anni di lavorazione. Kolb decise di cimentarsi nell’impresa per ricavare guadagni e fama riproducendo l’immagine di Venezia, città ammirata e conosciuta ovunque, con l’intento di venderla al di fuori dai territori veneziani, soprattutto nel nord Europa.

Concepisce l'idea di realizzare una grande veduta di Venezia, la più grande mai realizzata prima con la tecnica xilografica e sceglie Jacopo de’ Barbari che ha conosciuto nella sua permanenza a Venezia nel Fontego dei Tedeschi. È proprio grazie alle lettere scritte da Albrecht Dürer che siamo a conoscenza della grande considerazione di Kolb per de' Barbari. Stima ricambiata dall'artista della veduta che lo omaggia ritraendolo da giovane e da vecchio come personificazione di due venti, Maestrale e Scirocco.

Nel 1497 viene avviato il lavoro e nel 1500, ad opera completata, Kolb si affretta a chiedere al governo della Serenissima l'esenzione dal dazio di esportazione fuori città, in tutti i luoghi e in tutte le terre dove può essere venduta la grande stampa con la speranza di recuperare le somme anticipate.

La supplica e la concessione del privilegio sono riportate in estratto nel Notatorio del Collegio (ASVe, Collegio, Notatorio. Registro 15: anni 1499-1507, c. 28 r):

Serenissimo principo et ex(cellentissi)ma Signoria: Antonio cholb marchadante todescho supplica ala S(ereni)ta V(ost)ra, cum sit ch(e) lui principalmente ad fama de questa ex(cel)sa cita de venetia quella habia facto justa et propriamente retrare et stampare. La qual opera hora de poi lo tempo di tre anni fornita, et p(er)ch(e) esse in molte cosse ale altre opere se fano asei estracto, si p(er) la materia dificilissima et fu credibele poterne fare vero desegno si p(er) la grandeza sua et dela carta ch(e) mai simele non fu facta. Si anchora p(er) la noua arte de stampar forme di tal grandeza: et p(er) la dificulta dele co(m)positio(ni) tute in seme, le qual cosse fusse non essendo p(er) suo valor stimate dala zente, nela sutilleza del intellecto le forme stampando possano supplir ch(e) p(er) mancho de cercha a tre fiorini una opera se posse revedere tutto universalmente non spiera rechavarne la messa faculta, supplica ordoncha ala Sub(limi)ta V(ost)ra ch(e) in gra(zia) li sia conceduto ch(e) dicta opera senza datio et senza impedimento in tuti i luoghi et da tute terre v(ost)re portar, trar, et vendere possa.

 Die XXX oct(obri)s 1500

 Infrascripti d(omi)ni Consiliarij terminaverunt et deliberaverunt et co(n)cesseru(n)t sup(ra)scripto supplicanti, q(uod) aliquis non possit facere a modo ad annos quatuor in simili forma, q(uod)q(ue) possit ex(tra)here opus predictum pro omnibus locis, solvendo datia consueta, et fiant ei l(iter)r(a)e patentes in ampla forma.

 Consiliarij

 s(er) Aloysius Mudatio

 s(er) Ioannes Mauroceno

 s(er) Petrus Contareno

 s(er) Antonius Trono

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