Palazzo d'Aquino

E' uno dei più monumentali e antichi palazzi dell'aristocrazia tarantina, sorge nel Pittaggio Baglio nel pendio attualmente denominato La Riccia, con affaccio sul Mar Piccolo e a ridosso del complesso conventuale di S. Agostino. Proprietaria del palazzo sin dalle origini la nobile famiglia d’Aquino, ritenuta d’origine longobarda, prese il nome dal feudo omonimo che possedeva già nel 996; fu padrona di contee, di marchesati e di ducati, fu fregiata del Cavalierato di Malta e giunse in Terra d’Otranto nel XVI secolo con Michelangelo d’Aquino dei conti di Laureto che nei primi anni del Cinquecento sposò Elisabetta Protontino, nobile del luogo, dando vita al ramo tarantino della famiglia. Quasi certamente la costruzione del palazzo sul finire del Cinquecento, si deve al figlio della coppia, Guido, capitano di fanteria, il quale volle erigere la sua abitazione in una delle zone più panoramiche della città, nella strada che da lui prese il nome di “Appennino di Guido”, oggi La Riccia. La prima descrizione dell'edificio si ha nel 1694 quando in occasione della morte di suo nipote Guidone Antonio, i due eredi Francesco Antonio e Tommaso disposero che si redigesse un inventario di tutte le proprietà del defunto.

La prima trasformazione della struttura primitiva del palazzo si ha quando i due fratelli, per dissidi insorti, divisero nettamente la proprietà ed anche il palazzo con alcuni vani in comune: la scala, il cortile, il portone, due logge.

Non avendo avuto discendenti diretti, nonostante l’uno avesse abbandonato l’abito religioso e si fosse sposato e l’altro avesse contratto due matrimoni, alla morte di entrambi avvenuta a pochi anni uno dall’altro, il ramo tarantino dei D’Aquino si estinse e tutti i beni di famiglia passarono a Giovanni Capitignano, cugino di Tommaso e indicato da questi come erede universale. La storia del palazzo segue quella delle famiglie che l'hanno abitato, i Capitignano per soddisfare alcuni debiti contratti furono costretti nel 1752 a vendere il palazzo a Nicolò dell'Ariccia  per 4743 ducati. Il legame tra la famiglia La Riccia e il pendio che da loro prende tuttora il nome, si esaurisce nel 1887, quando gli ultimi eredi vendettero il palazzo ereditario a Francesco Latanza.

Oggi l'edificio, di proprietà comunale, ospita il Polo Universitario Jonico.