Ulteriore attività giornalistica

Accanto alle inchieste, ai reportage, e alle corrispondenze dai teatri di guerra, Adolfo Rossi firmò una varietà di articoli sulle tematiche più diverse: "fosse il dramma passionale dell'adulterio, fosse il delitto volgare dell'assassino, o qualunque altro avvenimento che commuovesse il pubblico, Adolfo Rossi era fra i primi ad arrivare, come si dice, sul posto e notava tutto, le più lievi sfumature e, i più minuti dettagli, ed escogitava interviste, scopriva un cumulo di informazioni che dava nel suo giornale con potenza di forma e perfezione di verità".  In effetti, nel corso della sua carriera il reporter scrisse su di un'ampissima gamma di argomenti: dagli avvenimenti di cronaca nera alle recensioni dei libri, passando per le interviste a personaggi famosi, alle esposizioni universali, fino a semplici eventi curiosi o ricordi di viaggio.

Didascalie

044 Casa di Antonio Meucci a Staten Island, New York 1883. Mentre ancora lavorava per il Progresso Italo Americano, Adolfo Rossi visitò la casa dove fu ospitato Giuseppe Garibaldi, e venne a conoscenza della storia di Antonio Meucci, inventore del 'telettrofono', da cui A. G. Bell aveva copiato per brevettare il suo telefono. Gli articoli che Rossi pubblicò sul suo giornale furono ripresi dal Sun, dal New York World e da altri quotidiani; l'attenzione portata sul caso portò ad un accomodamento con la compagnia di Bell e un compenso di qualche migliaio di dollari, che permisero a Meucci di "poter finire più che agiatamente la sua vecchiaia". Segnatura: Archivio di Stato di Rovigo, Rossi Adolfo, b. 8, quaderno 3.

045 Pallone aerostatico (Stella?), fine XIX secolo. Nel 1893 Adolfo Rossi partecipò come inviato della Tribuna alla gara di ascensione tra i palloni aerostatici Stella del capitano Charbonnet e Ville de Marseille di madame Richard organizzata nei Prati di Castello a Roma. Di fatto, la sfida non ebbe luogo, perché uno dei due palloni sfuggì di mano prima di essere completamente gonfiato. A quattro giornalisti, fra cui Rossi, fu comunque permesso di prendere parte all'ascensione; dopo essere salito fino a 2400 metri, il pallone e il suo equipaggio atterrarono a Portonaccio senza incidenti. Archivio di Stato di Rovigo, Rossi Adolfo, b. 13.

046 Intervista di Adolfo Rossi a papa Pio X, 1903. Grazie al fratello p. Vincenzo Rossi, rettore della Congregazione delle Scuole di Carità di Venezia, Adolfo Rossi riuscì ad incontrare papa Pio X pochi giorni dopo la sua elezione al soglio pontificio, avvenuta il 4 agosto 1903. Al secolo Giuseppe Melchiorre Sarto, già vescovo di Mantova e patriarca di Venezia, il pontefice era originario di Riese, in diocesi di Treviso: la comune provenienza dal Veneto gli permise quindi di rivolgersi in dialetto a Adolfo e a padre Vincenzo, che conosceva da anni. Archivio di Stato di Rovigo, Rossi Adolfo, b. 12.

047 Ritratto dell'esploratore Giuseppe Candeo, ante 1899. Nativo di Noale (VE), l'esploratore condusse due spedizioni in Africa - la prima in Somalia insieme al capitano Enrico Baudi di Vesme (1891), la seconda ad Assab, in Dancalia, dove raccolse lemmi per un vocabolario italiano-afar (1893). Adolfo Rossi lo conobbe ne 1895 in Eritrea, dove entrambi si trovavano come inviati di giornali italiani; strinsero amicizia nel viaggio di ritorno, dopo l'espulsione da parte del generale Baratieri, nel 1896. In occasione della morte, avvenuta il 15 maggio 1899, Rossi pubblicò un articolo commemorativo: con ogni probabilità si trattava di uno dei "coccodrilli" che il giornalista occasionalmente preparò per amici e colleghi. Archivio di Stato di Rovigo, Rossi Adolfo, b. 7, fasc. 3.

048 Bollettino dell'Esposizione universale di St. Louis, 1902. Nell'anno in cui si tenne l'Esposizione universale (1904), Adolfo Rossi si trovava negli Stati Uniti, in una missione per conto del Commissariato generale dell'emigrazione. Ne approfittò per visitare la mostra, su cui scrisse un resoconto per il Giornale di Sicilia: il suo giudizio non fu totalmente positivo - "bellissima di notte, quando è illuminata elettricamente e sfarzosamente a colori cangianti [...] stanca e opprime al giorno per le sue troppo vaste proporzioni, le quali sono anche una delle cause dell'insuccesso finanziario della impresa". Archivio di Stato di Rovigo, Camera di Commercio, b. 339, fasc. 22bis.

049 Il processo Caserio, 1894. Il 24 giugno 1894 a Lione l'anarchico italiano Sante Ieronimo Caserio pugnalò a morte il presidente della Repubblica francese Marie Françios Sadi Carnot, giunto in città in occasione dell'apertura dell'Esposizione universale. L'omicidio del politico, che aveva in quegli anni adottato alcune leggi per reprimere l'anarchismo e fatto eseguire alcuni esponenti di quel movimento, suscitò forti impressioni in ambito internazionale. Fra i numerosi giornalisti accorsi per seguire il processo vi era anche Adolfo Rossi, che già si era occupato di inchieste giudiziarie: sulla vicenda, terminata con la condanna a morte dell'appena ventenne Caserio, scrisse dettagliati resoconti per i giornali Tribuna e La Sera. Archivio di Stato di Rovigo, Rossi Adolfo, b. 2, quaderno 4.