Carriera giornalistica

Furono numerosi i giornali italiani e stranieri con cui Adolfo Rossi collaborò tra il 1880 e i primi anni del Novecento. La prima esperienza fu nella redazione del neo-fondato Il Progresso Italo-Americano, destinato a divenire uno dei più influenti quotidiani italiani negli Stati Uniti; non fu in ogni caso l'unico giornale americano per cui scrisse - di sicuro firmò degli articoli per il Morning Post e per L'Unione, entrambi di New York. Tornato in Italia fu conteso dalle maggiori testate del giornalismo italiano, che cominciava allora ad abbandonare la sua tradizionale impronta retorica. Per un decennio lavorò come corrispondente e redattore per giornali quali il Messaggero, il Don Chisciotte della Mancia, o La Tribuna di Roma, la Perseveranza di Milano, il Caffaro di Genova; fu però anche direttore della Sera di Milano, redattore capo del Corriere della Sera, direttore del Corriere Toscano di Livorno, condirettore del Secolo XIX, ed infine vicedirettore de L'Adriatico di Venezia.

Didascalie

024 Lettera di Agostino De Biasi ad Adolfo Rossi, 1911. De Biasi, giornalista emigrato negli Stati Uniti nel 1900, fu incaricato da Il Progresso Italo-Americano di preparare un opuscolo con la storia del giornale, "in cui il nome di Adolfo Rossi deve tenere posto d'onore". I contatti con il Progresso e con i suoi giornalisti proseguirono anche dopo il ritorno in patria di Rossi nel 1884. Segnatura: Archivio di Stato di Rovigo, Rossi Adolfo, b. 12.

025 Annuncio della partenza dagli Stati Uniti di Adolfo Rossi pubblicato dal giornale di New York L'Eco d'Italia, 1884. Il ritorno in Patria non voleva significare con l'abbandono della professione di reporter, ma al contrario fu una scelta necessaria per prendere "parte attiva alla lotta giornalistica", con prospettive di sicuro successo grazie alla "pratica acquisita in America". Segnatura: Archivio di Stato di Rovigo, Rossi Adolfo, b. 12.

026 Attestato di benemerenza assegnato dall'Associazione Lombarda dei Giornalisti ad Adolfo Rossi per l'opera a favore dei danneggiati dal terremoto, 1894. Dell'associazione, fondata nel 1890, Adolfo Rossi fu socio e membro del comitato direttivo; quando inviò le sue dimissioni, nel 1898, l'assemblea generale lo salutò ricordando come "il carissimo e valoroso collega" avesse con il suo nome e la sua opera "contribuito al prestigio del nostro sodalizio". Segnatura: Archivio di Stato di Rovigo, Rossi Adolfo, b. 14.

027 Lasciapassare di Adolfo Rossi come redattore del Corriere della Sera, 1898. Adolfo Rossi cominciò a lavorare per il quotidiano milanese, allora in piena espansione, nel 1894, come "redattore addetto specialmente ai viaggi ed al reportage, per così dire, di guerra e di lungo corso". Al servizio di quel giornale svolse anche occasionalmente il compito di redattore capo: "fra un direttore e l'altro, durante quelle specie d'interregni e durante le lunghe assenze estive del Torelli, dal 1894 al 1898, l'ufficio di redattore capo fu coperto dal sottoscritto". Segnatura: Archivio di Stato di Rovigo, Rossi Adolfo, b. 12.

028 Offerta di collaborazione di Luigi Barzini ad Adolfo Rossi, direttore del Corriere Toscano, 1898. Adolfo Rossi aveva abbandonato il Corriere della Sera per dirigere il quotidiano di Livorno, che proprio allora puntava a rinnovarsi, “aumentando le notizie regionali e il servizio telegrafico da Roma”. Luigi Barzini all’epoca lavorava invece per il Fanfulla come corrispondente “con pupazzetti”, sotto il nome di Gibar. Non è chiaro se Rossi abbia accettato la proposta di collaborazione; di sicuro, però, all’inizio del Novecento i due reporter si stimavano reciprocamente: se Barzini, reduce da una inchiesta sugli emigranti in Argentina, chiedeva l’opinione di Rossi come “maestro”, quest’ultimo definiva il giovane collega come un “giornalista di razza”. Segnatura: Archivio di Stato di Rovigo, Rossi Adolfo, b. 12.

029 Il timoniere de L’Adriatico, 1900. Adolfo Rossi in quell’anno assunse la vice-direzione del quotidiano di Venezia. In base alle condizioni concordate con la Società anonima cooperativa editrice, era affidata alle sue cure esclusive “la redazione del giornale, il suo andamento tecnico e amministrativo, la direzione e la disciplina del personale di redazione” e la proposta per il licenziamento o la sostituzione dei redattori; l’indirizzo politico, che “per il programma di costituzione della società proprietaria, deve mantenersi costantemente e schiettamente liberale democratico”, avrebbe dovuto invece procedere d’accordo con il direttore del giornale. Segnatura: Archivio di Stato di Rovigo, Rossi Adolfo, b. 12.

030 La redazione de L’Adriatico, Venezia, 1900 circa. Il giornale era stato fondato nel 1876 da Sebastiano Tecchio, già volontario garibaldino, all'epoca dell'arrivo di Rossi deputato di sinistra. Segnatura: Archivio di Stato di Rovigo, Rossi Adolfo, b. 13.