Federico Fiori detto Barocci, Ritratto virile

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DATA: Quinto - Sesto decennio del Cinquecento

TECNICA: Olio su carta

DIMENSIONI: cm 35,5x24,5

INVENTARIO: INV. 1990 D 289

PROVENIENZA: Collezione Ulrich Middeldorf. Nelle collezioni della Galleria Nazionale delle Marche dal 2000 (acquistato dello Stato italiano nel 1999)

DESCRIZIONE: Non vi sono riscontri documentari che indichino la genesi del dipinto. L’opera, sfuggita ai circuiti della critica, è rimasta inedita fino al 1975, quando fu resa nota da Andrea Emiliani, che la ascrisse all’attività giovanile del Barocci. Viste le dimensioni ridotte, si trattava probabilmente di un bozzetto o di una realizzazione su carta predisposta per essere applicata su tela. Non si conosce con certezza l’identità dell’effigiato, ma, con ogni probabilità, il personaggio è da identificare con Antonio Galli, pedagogo di Francesco Maria II della Rovere. Nel piccolo foglio è dipinto il viso del gentiluomo, incorniciato da barba e capelli scuri e caratterizzato dalla incisiva profondità dello sguardo malinconico, che ne accentua la lettura psicologica e intellettuale. L’intensa immagine diviene autobiografica sia per l’artista che vi si riflette sia per lo spettatore che ne viene catturato. Il ritratto mostra riferimenti ai modelli veneti, in particolare tizianeschi documentati nel patrimonio roveresco di Urbino e Pesaro.