La tecnica di incisione più antica e la xilografia, incisione su legno, che si sviluppa agli inizi del Quattrocento in Nord Europa: in questo procedimento il disegno viene prima riportato sulla tavoletta di legno e quindi realizzato intagliando la matrice ed asportando il materiale, in modo che il disegno emerga in rilievo; il legno viene quindi inchiostrato e pressato sul foglio di carta al quale trasferisce il disegno; le parti in rilievo, su cui ha aderito l'inchiostro, determinano il nero e le parti in cavo, non inchiostrate, formano il bianco. La pressione esercitata dal torchio di stampa determina la progressiva usura della matrice di legno, fino alla necessaria sostituzione. Nella stampa del libro antico vengono realizzate con la xilografia le illustrazioni e gli ornamenti del testo come capilettera, testatine e finalini. Nella seconda metà del Settecento l'utilizzo del legno di testa (tagliato trasversalmente alla fibra del legno) rispetto al legno di filo (tagliato nel senso della fibra) permette esiti paragonabili a quelli dell'incisione su metallo.
Pagina iniziale del primo libro tratta da La Georgica di Virgilio, nuouamente di latina in thoscana fauella, per Bernardino Daniello tradotta, e commentata, In Venetia appresso Giouan. Gryphio, 1549, Macerata, Biblioteca Statale; l'illustrazione con il lavoro dei campi segni zodiacalie e costellazioni, nonchè i capilettera sono realizzati con la tecnica della xilografia
Nella incisione su metallo, o calcografia, si incide con il bulino una lastra di rame; il disegno non viene riportato, ma inciso direttamente sulla lastra, che viene poi inchiostrata e stampata. All'opposto della xilografia, l'inchiostro viene trattenuto dai segni in cavo, incisi dal bulino, i quali originano i neri, mentre le parti non incise, ripulite dall'inchiostro, formano il bianco. L'utilizzo del bulino permette di incidere la lastra con tratti più o meno sottili, che possono incrociarsi fra loro in tutte le direzioni determinando valori chiaroscurali impossibili da ottenere con la xilografia: le possibilità espressive della incisione su rame superano quindi la bidimensionalità della xilografia, determinata dai soli valori di bianco e nero: nell'incisione infatti i solchi di diverso spessore trattengono più o meno inchiostro, restituendo una gamma di neri che va dal più opaco e profondo al più trasparente e leggero. Questa rimane la principale tecnica di stampa dalla metà del Quattrocento fino al secondo decennio dell'Ottocento, quando si diffonde la tecnica della litografia, per trovare una decisa ripresa a partire dalla metà dell'Ottocento.
Pagina iniziale del libro ottavo dell'Eneide tratta da P. Virgilii Maronis Opera, cum integris & emendatioribus commentariis Servii, Philargyriis, Pierii. Accedunt ... ac praecipue Nicolai Heinsii notae nunc primum editae: quibus & suas in omne opus animadversiones, & variantes in Servium lectiones addidit Petrus Burmannus. Post cuius obitum interruptam editionis curam suscepit & adornavit Petrus Burmannus junior. Cum indicibus absolutissimis & figuris elegantissimi, Amsterdam sumptibus Jacobi Wetstenii, 1746, Macerata, Biblioteca Statale; l'illustrazione che raffigura Efesto che forgia le armi per Enea su richiesta di Venere, nonchè il capolettera, sono realizzati con la tecnica dell'incisione al bulino.
Nel Settecento l'utilizzo dell'incisione come mezzo di riproduzione dei disegni porta alla sperimentazione di nuove tecniche oltre il bulino e l'acquaforte: si diffondono quindi la maniera a matita - con la quale sono realizzate le tavole dell'opera presentata e di cui si dirà nella scheda "gli incisori" - la maniera a pastello e l'acquatinta, che permettono di riprodurre fedelmente i valori lineari e cromatici del disegno a matita, a pastello e dell'acquerello. In questo periodo a Roma, Firenze e Venezia vengono prodotte notevoli edizioni illustrate con la tecnica dell'incisione.
Incisione con la tecnica della maniera a matita successivamente colorata, tratta da Animali quadrupedi dal naturale dissegnati, incisi,e miniati con i loro ver colori da Innocente Alessandri, e Pietro Scattaglia. Venezia: Ponte di Rialto, 1771-1775, Macerata, Biblioteca Statale