Inchiesta murattiana in Intendenza di Molise 1811

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L’alimentazione legata alla transumanza riflette inevitabilmente il tessuto culinario proprio del Molise. Particolarmente illuminante, in tal senso, è la sezione dedicata dell’Inchiesta Murattiana, che fotografa nitidamente le abitudini alimentari dei molisani nel XIX sec.. Ciò permette, dunque, di comprendere la qualità della vita di una civiltà prevalentemente contadina, semplice nei gusti e  legata ai frutti della sua terra. Come attestano le digitalizzazioni in galleria la prima risorsa vitale censita era l’acqua. L’acqua limpida e leggera dai monti vicini raggiungeva i centri abitati e veniva prevalentemente  conservata in cisterne e canalizzata attraverso fonti e fontane. L’elemento cardine dell’alimentazione era sicuramente il pane fatto nelle case, a volte con frumento selezionato. Le carni risultavano di buona qualità soprattutto per la presenza di allevamenti, mentre il pesce proveniva dall’Adriatico e, considerati i tempi di percorrenza, si preferiva commercializzare pesce sotto sale. Il pesce restava, comunque,  una prerogativa dei benestanti.  A disposizione di tutti c’erano gli ortaggi e i legumi. L’olio, di buona qualità, chiaro e limpido non era moltissimo. La frutta era poca, si producevano pere, mele, prugne. L’uva era pregiata solo in alcune zone e solo in queste il vino era di qualità. In Molise si produceva essenzialmente grano, prima di tutto perché alimento base, poi, tra la fine del XVIII e gli inizi del XIX sec., con l’aumento della produzione granaria si innesca la possibilità di poterlo commerciare grazie al porto di Termoli.