Biblioteca comunale degli Intronati (Siena)

Biblioteca comunale di Sienazoom
Biblioteca comunale di Siena

Le origini della biblioteca risalgono al 1758, quando l’arcidiacono Sallustio Bandini donò la sua libreria all’Università. Bandini incluse fra le condizioni per il lascito l’uso ‘pubblico’ della biblioteca purché la lettura avvenisse nelle sale della stessa e con l’obbligo di nominare come bibliotecario l’abate Giuseppe Ciaccheri col compenso puttuito di 60 scudi l’anno.
La donazione fece nascere nei locali della Sapienza un polo di attrazione culturale di grande importanza. Nel 1783 la biblioteca accolse una ricca serie di manoscritti provenienti dalle soppressioni dei conventi volute dal granduca Pietro Leopoldo. Il terremoto del 1798 costrinse alla chiusura dei locali, riaperti parzialmente soltanto nel 1803, ma cinque anni dopo la biblioteca fu di nuovo chiusa, in seguito alla decisione del governo francese di procedere alla soppressione dell’Università di Siena e, quindi, della sua struttura libraria. Questa sarebbe stata riaperta, informalmente, soltanto due anni più tardi; il decreto del governo francese che ne permetteva la riapertura riuniva le due biblioteche della Sapienza e del convento di sant’Agostino (comportando un ampliamento dei locali) e attribuiva la proprietà del nuovo istituto alla Comunità civica di Siena, rendendolo definitivamente svincolato dall’Università. L’inaugurazione ufficiale della nuova biblioteca, da quel momento “civica”, avvenne soltanto nel corso del 1812. Dal settembre 1833 al marzo 1834 la biblioteca rimase chiusa per consentire il riordino dei circa 60.000 volumi.
Il regolamento del 1866 vietava la ricerca diretta da parte degli utenti nell’indice alfabetico e concedeva il prestito a domicilio, limitato alle opere stampate dopo il XVI sec., solo al rettore e ai docenti dell’Università. Nello stesso periodo il personale stipendiato dal Comune era di sei unità. Nel 1869 la biblioteca aveva accolto 10.800 lettori e dato in lettura quasi tredicimila opere. Il nuovo regolamento del 1881 allargava la fascia di aventi diritto al prestito, ma limitatamente a determinate pubblicazioni. Le statistiche pubblicate nel 1893 parlavano di 9.500 ingressi annui per un’apertura settimanale di 6 giorni. La normativa del 1922 prevedeva la laurea in lettere o giurisprudenza per il bibliotecario, diminuiva a 4 il numero degli impiegati ed escludeva dalla lettura i minori di 16 anni.
La biblioteca deve il nome di Intronati a Fabio Bargagli Petrucci, che nel 1932 lo attribuì all’istituto in ricordo dell’accademia letteraria che aveva occupato gli stessi locali dal 1722 al 1802. Petrucci provvide inoltre nel 1935 all’installazione dell’impianto di riscaldamento e al nuovo impianto di illuminazione. In quello stesso anno i lettori furono 8.000 e 14.000 le opere date in lettura e prestito. Nel luglio 1940 le opere di maggior pregio vennero nascoste nel caveau del Monte dei Paschi per tornare in biblioteca solo cinque anni più tardi.
Nel 1959 per la gestione della biblioteca venne creato un Consorzio, ma esaurita questa esperienza, nel 1996, ritornò in gestione al Comune di Siena. Dalla metà degli anni ’90 è iniziata una complessa fase di ridefinizione e di ristrutturazione degli spazi, conclusasi nel 2010. Attualmente la biblioteca garantisce l’apertura dal lunedì al sabato, dalle 9.00 alle 18.45.

Letizia Vagli 

Sito della Biblioteca: <www.bibliotecasiena.it/>

Anagrafe biblioteche italiane: <https://anagrafe.iccu.sbn.it/isil/IT-SI0046>

 

Annuario delle biblioteche italiane: parte IV (ROM-TORA), a cura di Ettore Apollonj, con la collaborazione di Francesco Sisinni, Roma, Palombi, 1976, p. 389-391.

Storia di Siena, a cura di Roberto Barzanti, Giuliano Catoni, Mario De Gregorio, vol. 2, Siena, Alsaba, 1996, p. 365-384.

Biblioteca comunale di Siena - sala di lettura

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