Tiziano Vecellio, Ultima cena e Resurrezione di Cristo

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DATA: 1542-1544

TECNICA: Olio su tela

DIMENSIONI: cm 163x104

RESTAURO: 1973

PROVENIENZA: Confraternita del Corpus Domini di Urbino. Nel 1775 nella chiesa di San Francesco di Paola di Urbino (nuova sede della confraternita). Successivamente Istituto di Belle Arti di Urbino. Nelle collezioni della Galleria Nazionale delle Marche dal 1861.

DESCRIZIONE: Le due opere costituivano uno stendardo commissionato a Tiziano dalla confraternita urbinate del Corpus Domini, realizzato dall’artista a Venezia; l’opera fu portata ad Urbino nel 1544 e già dall’anno successivo le due facce dello stendardo furono separate e poste ai lati dell’altare maggiore nella chiesa della confraternita. Delle circa trenta opere di Tiziano di committenza roveresca si tratta dell’unica rimasta ad Urbino. Le due composizioni, di impianto manierista, sono costruite attraverso un gioco di diagonali e si caratterizzano per effetti di intensa drammaticità. Nell’Ultima Cena, in un ambiente semplice e disadorno, la parete obliqua di destra e lo sfondo architettonico asimmetrico contribuiscono a creare un’atmosfera di instabilità, che si bilancia però nella figura del Cristo benedicente, centro ideale della composizione, la cui aureola luminosa si accorda col bianco intriso di luce della tovaglia. Nella Resurrezione l’effetto drammatico è accentuato dall’intenso luminismo; la figura del Cristo Risorto, eroicamente rappresentato in alto, è colta in un atteggiamento da scultura classica, rappresentata contro lo sfondo del cielo al tramonto. L’asse compositivo è costituito dallo spigolo del sarcofago, che si prolunga idealmente nella figura di Gesù, la cui statuaria serenità si contrappone alla concitazione e al movimento dei personaggi della parte inferiore del dipinto.