Timoteo Viti, I santi Tommaso Beckett e Martino con il vescovo Giovan Pietro Arrivabene e il duca Guidubaldo

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DATA: 1504 circa

TECNICA: Olio su tavola

DIMENSIONI: cm 204x156

PROVENIENZA: Cappella dei Santi Tommaso e Martino nella chiesa di Santa Maria Assunta (Duomo) di Urbino.

DESCRIZIONE: Si tratta di una delle prime opere sicure dell’attività artistica del pittore urbinate, che mostra ampia conoscenza della pittura ferrarese e bolognese accanto allo studio delle novità di Perugino e Luca Signorelli e della civiltà prospettica urbinate. I committenti dell’opera furono la duchessa Elisabetta Gonzaga e il podestà Alessandro Ruggeri, esecutori testamentari del vescovo Giovan Pietro Arrivabene, morto il 18 marzo 1504 e raffigurato nell’opera, a sinistra, inginocchiato in preghiera; a destra, di fronte a lui e sempre in atteggiamento orante, si riconosce il duca Guidubaldo. Al centro della composizione, seduti su una cattedra marmorea e con abiti preziosi, sono dipinti i due santi vescovi Tommaso Beckett e Martino; alle loro spalle la grande arcata di un’architettura in rovina si apre su un ampio paesaggio verdeggiante. Si noti la croce astile, cardine visivo e simbolico della composizione, che costituisce un eccellente esempio di illusionismo nella resa del cristallo di rocca del fusto. Al British Museum di Londra e alla Pinacoteca Albertina di Vienna sono conservati pregevoli disegni preparatori dell’opera.