Giovan Francesco Guerrieri, San Pietro in carcere

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DATA: secondo decennio del XVII secolo

TECNICA: Olio su tela

DIMENSIONI: cm 128x170.5

RESTAURO: 2003

PROVENIENZA: Provenienza originaria ignota. Grazie ad alcune didascalie incollate sul retro della cornice e del telaio, si è potuto ricostruire che il dipinto, in epoca imprecisata attribuito a Caravaggio, passò dal Museo di Delft alla Collezione Baszanger di Ginevra, città in cui risulta che si trovava ancora nel 1972. L’opera fu importata il 30 novembre 1974, come si può evincere dai timbri apposti sul retro del telaio. Nelle collezioni della Galleria Nazionale delle Marche dal 1991 (prima donazione Volponi).

INVENTARIO: INV. 1990 D107

DESCRIZIONE:  Si tratta di una delle opere di maggior qualità della maturità dell’artista di Fossombrone. La primitiva attribuzione a Caravaggio rappresenta un elemento importantissimo per comprendere la collocazione del dipinto nel corpus delle opere del Guerrieri. La tela, infatti, evidenzia uno specifico legame con la cultura pittorica della Roma del primo e secondo decennio del Seicento, fortemente influenzata dalle novità caravaggesche. L’episodio rappresentato, tratto dagli Atti degli Apostoli, narra della liberazione di San Pietro dal carcere dopo l’apparizione di un angelo che lo invitò ad alzarsi e a seguirlo. Il Guerrieri rappresenta il santo coricato a terra tra le catene della prigione e attorniato da due soldati addormentati, mentre l’angelo, attorniato da una luce divina, lo sveglia toccandolo con una mano. In questa tela l’artista raggiunge esiti di elevata intensità narrativa, con precise citazioni da Caravaggio, quali il mantello dell’angelo, gonfiato dal vento, i brani di natura morta dipinti accanto al corpo di san Pietro e la luce forte e travolgente proveniente dall’alto. Caravaggesco è anche il taglio compositivo, con l’impostazione spaziale tra due piani vicinissimi. Si noti, inoltre, la precisione analitica con il cui il Guerrieri riproduce alcuni particolari, come la picca (o buttafuoco) e le frange del mantello svolazzante dell’angelo. L’episodio viene interpretato come l’annuncio della futura liberazione della Chiesa dalle persecuzioni.