La collezione

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Pasquale Revoltella, volendo assicurarsi che dopo la propria morte le collezioni divenissero pubbliche, redasse un testamento che prevedeva la donazione delle sue residenze, Villa e Palazzo Revoltella, al Comune. Tale documento, redatto il 13 ottobre 1866, prevedeva la costituzione di un museo che portasse il nome del Barone e fosse aperto al pubblico. Revoltella creò così un’innovativa fondazione che, con gli interessi maturati dal suo lascito, avrebbe dovuto acquistare opere d’arte contemporanea e formare i giovani secondo criteri aggiornati.

Alla sua morte, avvenuta nel 1869, Revoltella lasciò una collezione che contava circa 170 opere ma, già prima del 1872, tutto ciò che non era stato esplicitamente citato nel testamento venne smembrato e rimosso dall’edificio.

Il primo inventario della collezione venne eseguito nel 1870 e due anni dopo, nell’autunno 1872, nacque il museo, sotto la direzione di Augusto Tominz (Roma, 11 febbario 1818 - Trieste, 17 giugno 1883).

L’istituzione venne diretta da numerosi presidenti tra i quali si distinse il Barone Morpurgo, che avviò un importante fase di acquisti e implementò la collezione.

Il primo catalogo venne redatto nel 1893, mentre tra il 1898 e il 1908, sotto la presidenza di Felice Venezian, si operò la copertura del cortile e l’acquisto del limitrofo Palazzo Brunner, al fine di ampliare gli spazi dedicati alla collezione.

Ad un periodo di grande splendore sotto la direzione di Edgardo Sambo seguì, durante la seconda guerra mondiale, un parziale smantellamento del museo ad opera del Governo Militare Alleato. L’istituzione venne riaperta il 17 maggio 1946 in seguito al recupero di quasi tutte le opere.

Nel 1963 venne affidato al prestigioso architetto Carlo Scarpa il riallestimento e la progettazione degli spazi museali: i lavori procedettero molto a rilento e vennero conclusi solo tra il 1989 e il 1991 sotto la guida di un altro architetto, Franco Vattolo.

Il museo che visitiamo oggi è frutto del nuovo allestimento effettuato nel 1992 e del ripristino dell’appartamento privato di Pasquale Revoltella, attuato nel 1995.


Bibliografia essenziale

- O. Basilio, Saggio di storia del collezionismo triestino, “Archeografo triestino” , ser. 3, XIX, 1934, pp. 194-195
- G. Montenero, Vicende del Civico Museo Revoltella durante il fascismo, “Archeografo Triestino”, ser. 4, vol. LI (XCIX della raccolta), 1991, pp. 441-452
- M. Masau Dan, La politica delle acquisizioni del Museo Revoltella dalla fondazione al 1914. Formazione e crescita di una galleria di arte moderna tra esposizioni internazionali e vita di provincia in Arte d'Europa tra due secoli: 1895-1914, a cura di M. Masau Dan, G. Pavanello, Trieste 1995 pp. 9-18
- Pasquale Revoltella, 1795-1869: sogno e consapevolezza del cosmopolitismo triestino, catalogo della mostra a cura di M. Masau Dan (Trieste, Civico Museo Revoltella), Tavagnacco 1996, pp. 71-113

Pietro Magni, L'Armonia, Gabinetto degli specchi

Pietro Magni
L'Armonia
1858