Gli arredi interni

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Gli arredi della zona baronale del Museo Revoltella si presentano con uno stile molto più affine ai modelli francesi che a quelli austriaci, probabilmente per le strette relazioni che il Barone aveva intessuto con il paese d’oltralpe. Le grandi specchiere, i pavimenti lavorati in legno, privi dei tappeti che ne avrebbero coperto le ricche decorazioni, i candelabri, le boiserie e le tappezzerie damascate evidenziano questo spiccato gusto francese in stile secondo impero. La decorazione complessiva, tuttavia, è molto varia; essa fonde tra loro modelli tipici degli stili rinascimentali, neopompeiani, neogreci, neogotici e barocchi con il classicismo di corte tedesco.

La realizzazione dei mobili del palazzo venne affidata a Giovanni Moscotto (Trieste 1816 - Trieste 1885), che li intagliò secondo una fattura moderna, con gusto barocco e rococò e doratura superficiale. Per la maggior parte dei lavori di falegnameria, tuttavia, Revoltella si affidò a Francesco Gossleth (1792-1879), che lavorò anche per la famiglia Morpurgo e l’Arciduca Massimiliano a Miramare.

Il Barone prese parte attivamente all’impresa della costruzione del Canale di Suez, che gli permise di visitare le zone interessate dai lavori. Da questo evento nacque la sua passione per l’Egitto che si nota in tutto l’edificio per l'impiegò dell'alabastro egiziano e l'inserimento di dipinti e oggetti che richiamano il paese nord africano. Al piano terra del suo palazzo il Barone aveva predisposto un rilievo topografico di Suez e, in diverse stanze, erano esposti alcuni reperti faraonici, sei piccole statue in bronzo e un’anfora egizia. Ma l’interesse di Revoltella si rivolgeva anche verso l’oriente: nel palazzo esisteva una stanza turca, di cui oggi rimangono solo alcuni oggetti e qualche fotografia.

Il palazzo è stato concepito per ruotare attorno all’atrio dove lo scalone elicoidale collega i tre piani. Ad ogni piano si apre un salone dedicato alla socialità e alla mondanità: al piano terra è sistemata la sala dov’era collocato un biliardo oggi perduto, al primo piano una sala con la mobilia dorata e, all’ultimo, la sala da ballo.

Il piano terra, dedicato al divertimento e all’intrattenimento, comprendeva oltre la già citata sala da biliardo, la sala da gioco e la biblioteca. Vi era inoltre presente una sala da bagno, oggi andata perduta, che, tramite una scala a chiocciola, portava alla camera da letto del Barone, collocata al primo piano e arredata con mobili semplici in acero americano. A questo livello vennero ricavate la sala da pranzo personale di Revoltella, che conserva il rivestimento in carta color legno originale, e un salottino ad angolo, dove ancora oggi si può notare il sistema di lenti grazie al quale è possibile scrutare, senza essere visti, la piazza sottostante. Spostandosi nel grande salotto verde, con pareti rivestite in finto marmo, si nota come i mobili abbiano un carattere più sontuoso e di color oro. Sono presenti anche i richiami all’Egitto, come i ripiani in alabastro, e due particolari specchi convessi che ingrandiscono lo spazio. Attraverso la sala rossa si arriva nello scrittoio, l’ufficio di Pasquale Revoltella. Nell’ultima sala, invece, trova posto un tavolo e quattro sedie finemente lavorati ad intarsio, dono dei Cappuccini di Trieste al barone come ringraziamento del suo aiuto finanziario.

Gli interni del secondo piano, riservato ai sontuosi ricevimenti che il barone era solito organizzare, risultano essere quelli meglio conservati. La classicheggiante sala destinata ai pranzi di gala, arredata con un lungo tavolo contornato da ben trentasei sedie, richiama modelli settecenteschi e presenta delle pareti bianche decorate a finiture color oro con un motivo dedicato alla caccia. Un grande specchio sopra il camino riflette la luce proveniente da tre grandi lampadari di cristallo con bracci ornati da motivi floreali. Il vicino salotto azzurro, adibito a salotto di conversazione e ricevimento presenta un mobilio in legno scuro e intarsi metallici, lavorato secondo uno schema molto apprezzato nella Francia di Napoleone III. Per far emerge un tratto austriaco nell’ambiente arredato completamente in stile francese è stata collocata una stufa in maiolica bianca. Nella stanza ad angolo rossa, che si caratterizza per il contrasto tra il cremisi molto accesso della tappezzeria e il bianco delle boiserie, è presente, ancora una volta, il sistema di lenti che permette di sbirciare negli esterni sottostanti. Questa sala potrebbe essere stata, ai tempi di Revoltella, uno spazio riservato al fumo. La sala da ballo, ornata nel soffitto da un ciclo pittorico dedicato al tema “arti e mestieri”, è rivestita in marmo verde e rosso ed è provvista di grandi porte finestre dalle quali entra molta luce naturale. Tra le altre stanze del secondo piano vanno menzionate: il gabinetto degli specchi con alte superfici riflettenti, decorazioni in metallo e statue allegoriche, il salotto giallo e la saletta rotonda sormontata da una cupola con decorazioni rosse di ispirazione pompeiana.


Bibliografia essenziale
- Abitare la periferia dell'Impero nell'800, catalogo della mostra a cura di L. Crusvar, C. Milic, E.B. Ottillinger, (Trieste, Scuderie di Miramare e Sala Franco), Trieste 1990 pp. 12-31
- Pasquale Revoltella, 1795-1869: sogno e consapevolezza del cosmopolitismo triestino, catalogo della mostra a cura di M. Masau Dan (Trieste, Civico Museo Revoltella), Tavagnacco 1996
- Case museo ed allestimenti d'epoca: interventi di recupero museografico a confronto, atti del convegno a cura di G. Kannès (Saluzzo, Biblioteca Civica, 13 e 14 settembre 1996) Torino 2003, pp. 153-161
- F. Fergonzi, M. Masau Dan, R. Masiero, Il Museo Revoltella di Trieste, Vicenza 2004

Palazzo Revoltella, Salotto verde al primo piano

Palazzo Revoltella, zona baronale

Palazzo Revoltella, studio, primo piano

Palazzo Revoltella, Sala gialla