Il percorso museale

Il Museo Storico della Comunicazione, con accesso presso viale Europa 190, è ubicato nel piano interrato della sede dell’Eur del Ministero dello Sviluppo Economico
Percorrendo l’elicoidale scala d’accesso, sono ammirabili due mappe monumentali della Città di Roma realizzate da Giorgio Belli nel 1962, per celebrare il Centenario delle Poste Unificate.
Si prosegue, poi, lungo un corridoio, accedendo alla storica biglietteria, di cui è conservato il bancone a ricordo dell’attività. In questo primo spazio è collocata, inoltre, la mappa dell’esposizione, suddivisa per aree tematiche.

Entrando nel complesso espositivo, si incontra il primo settore dedicato alla storia della posta: i cimeli relativi ai servizi postali e alle comunicazioni nell’Italia preunitaria sono esposti in sette sale contigue, cominciando con una preziosa raccolta di buche d’impostazione, tra le quali la più antica risale al 1600. 

Di fronte alla raccolta, si trova la ricostruzione in ceramica della Tabula Peutingeriana, detta anche Itinerarium Romanum.
Subito dopo, si incontra la suggestiva ricostruzione dell’Ufizio di Posta, con relativa rimessa della diligenza, arredata con mobili autentici di fine Ottocento e completata con cimeli e documenti storici di varie epoche, provenienti dal Ducato di Parma.
Al lato dell’ufficio è stato ricostruito un fornetto di disinfezione postale, usato nei periodi di epidemia, tra i secoli XVII e XIX.
Nell’ufficio postale così ricostruito, periodicamente, si svolgono manifestazioni legate al mondo della filatelia.
 
Nel settore automazione che segue, spicca, sia per spazio occupato che per rilevanza storica, l’elaboratore elettronico Elea 9003, progettato dal fisico italiano Enrico Fermi e realizzato, per iniziativa dell’Università di Pisa, dalla Società Olivetti. L’Elea 9003 è il primo elaboratore elettronico a transistor prodotto interamente in Italia da tecnici italiani.

Altre sei sale del museo sono dedicate al settore della telegrafia, dai primi esemplari ottici fino al pantelegrafo Caselli, precursore del moderno fax. 
Seguono le tre sale che ospitano il settore dedicato alla nascita e all’evoluzione della telefonia, con particolare rilievo dato ad Antonio Meucci, il celebre inventore italiano, dalla storia travagliata: soltanto l’11 giugno del 2002 il Congresso degli Stati Uniti gli ha riconosciuto la paternità del telefono.  
 
Proseguendo nel percorso espositivo, si accede all’area dedicata alle radiocomunicazioni, estesa per sei sale: il personaggio di spicco nel settore è certamente Guglielmo Marconi, padre della telegrafia senza fili, la cui biografia viene ricostruita attraverso molteplici fotografie e il cui contributo innovativo è mostrato attraverso strumenti originali.  
Un’apposita sezione è dedicata alla ricostruzione della cabina radiotelegrafica del panfilo Elettra, la candida nave che naviga nel miracolo e anima i silenzi eterei del mondo, laboratorio galleggiante dello scienziato bolognese. 
 
A seguire, si incontra il settore delle radiocomunicazioni militari, nel quale è esposto un esemplare della macchina Enigma: donata dall’Ingegner Soresini, è datata 1940, venne utilizzata dalla Marina Italiana e risulta ancora perfettamente funzionante. 

I settori dedicati alla filatelia e alla marcofilia chiudono il ricco percorso museale. Il patrimonio filatelico conta circa un milione di esemplari tra prove di colore, francobolli, interi postali, bollettini illustrativi e circa 4000 bozzetti, anche non adottati, fra cui quelli di Renato Guttuso, Corrado Mezzana, Aldo Raimondi. Il comparto marcofilo, invece, contiene in archivio più di 83mila tra bolli e annulli postali.