Sottotemi

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1.2.1 Politica e società a Roma prima di Nathan

L'Urbe pre-nathaniana vede protagonisti clericali e conservatori, eredi di una "vecchia" Roma prolungatasi oltremisura nel Novecento: papalina, monarchica, dominata da un'aristocrazia retriva e nella quale ai privilegi di censo fa da pendant lo strapotere della Chiesa cattolica.

1.2.2 Il "blocco popolare" e la "città progressista"

La Roma “popolarista”, anticlericale, democratica che costruisce giorno dopo giorno il “blocco” nathaniano, la ritroviamo pertanto come una presenza costante e battagliera. È questa Roma e per esteso questa parte specifica della società – borghese e al contempo “popolare” – che nel 1907 si aggrega nell’Unione Liberale Popolare, versione nostrana del bloc transalpino in certa misura tenuta a battesimo dalle grandi, suggestive manifestazioni massoniche durante la commemorazione di Giuseppe Garibaldi al Gianicolo, nelle vie della città e al Teatro Adriano.

1.3.1 La "città che cresce"

L'urbanizzazione eccessiva e la conseguente fragilità de tessuto urbano appaiono evidenti sin dai fotogrammi concernenti la spettacolare piena del Tevere nel 1900, che in certa misura inaugura il Novecento romano, fatto nella sua prima decade di "grandi opere" a profusione e quindi d'un gran numero di lavoratori edili che demoliscono il "vecchio" ed edificano il "nuovo", lastricando strade, costruendo ponti, appollaiati su impalcature colossali ed enormi ponteggi o magari accovacciati per realizzare un traforo.

1.3.2 Le "case popolari"

Nel caotico "movimento" della città che cresce, nondimeno, c’è spazio anche per l’incipit dell’edilizia popolare a Roma, quindi per le prime "case operaie" o "case degli impiegati", che in quartieri allora periferici nascevano fra mille difficoltà, sull’onda di lotte, mobilitazioni, battaglie politico-sindacali aspre, spesso grazie all’ausilio del movimento cooperativo, infine al sostegno esplicito della giunta Nathan.

1.4.1 Lavoro e società a Roma fra tradizione e innovazione

Cosa fosse il lavoro a Roma nella sua "materialità" lo si vede bene nelle immagini corali d'un corpo sociale intriso di tradizione solo in superficie - le feste durante la notte di San Giovanni, le scampagnate alla Fonte dell'Acqua Acetosa, la "passeggiata" al Pincio - e in realtà in brusca fase di modernizzazione, abbiamo pensato d'affiancare la "carne" e il "sangue" dei tanti lavori praticati nell'Urbe.

1.4.2 Miseria, ricchezza e mito del progresso

Non c'e' però solo arretratezza, brutale sfruttamento - tratti questi che appaiono un residuo ottocentesco. Compaiono industrie e stabilimenti. Il lavoro, inoltre, si "specializza", si "meccanizza": mantiene inalterata la sua manualità ma i prodotti sono più complessi, sofisticati. Il "progresso", del resto, all'epoca appare un'idea, una fede e al contempo una tangibile realtà che corrisponde a una fase specifica della crescita economica, sovente un mito, ma sempre dal perimetro ampio.

1.4.3 L'Agro romano e le campagne laziali

La provincia romana e le campagne laziali appaiono davvero e ancora un altro mondo rispetto alla città, cioè una dimensione molto diversa da quella "urbana", sebbene non necessariamente migliore, nient'affatto idilliaca, a dispetto di certa iconografia dell'epoca: il paesaggio, infatti, seppur incantevole e quasi per nulla "cementificato", è fatto anche qui di povertà estrema, criminalità, quando non d'una condizione lavorativa "bestiale", mentre il privilegio di casta e lo sfruttamento sono, se possibile, ancor più feroci in queste lande.

1.4.4 Tempo libero, sport, vacanze, spettacoli

Roma entra a pieno titolo nel Novecento anche in virtù di processi di massificazione e protoconsumismo molto evidenti nella prima decade del secolo. Lo sport inizia a perdere il suo carattere elitario e diventa progressivamente ma inesorabilmente un fenomeno di massa, per certi versi già uno spettacolo che interessa tutti i ceti sociali, investendo così l'intera area urbana, colorandola, mettendola in movimento. Non è solo lo sport, tuttavia, a sembrare sempre più un evento interclassista che attrae masse consistenti e in egual modo uno spettacolo, bensì la festa - dimensione viepiù collettiva, minuziosamente "organizzata" - e perfino la vacanza.