Tutela e conservazione del materiale a stampa, mostra virtuale, storia in rete, work in progress

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di Daniele d'Alterio e Aurora Raniolo

0313.jpg La biblioteca come uno scrigno, un contenitore d’oggetti preziosi, di tesori: è una metafora al contempo seducente e realistica, che ben risponde alle caratteristiche della Biblioteca Universitaria Alessandrina di Roma, in particolare alla sua sconfinata collezione di periodici dell’Otto-Novecento.

Chi infatti volesse provare a raccontare la storia di Roma, d’Italia e d’Europa in età contemporanea attraverso le immagini dei periodici illustrati, in Alessandrina non avrebbe che l’imbarazzo della scelta, trovandosi immediatamente a contatto con una gigantesca mole di materiale, qualitativamente di gran pregio, tutto da selezionare, ordinare, digitalizzare, quindi disporre secondo un preciso criterio logico e cronologico, inquadrandolo poi a dovere sul piano storico-politico, bibliografico, infine fornendo informazioni specifiche sui periodici utilizzati.

Con il progetto dell’Archivio, pertanto, ci siamo semplicemente messi all’opera, muovendoci su tre grandi direttrici, o chiavi di lettura in grado a nostro avviso di spiegare e “contenere” in maniera esaustiva l’età contemporanea: società, sindacato, politica, da intendersi come vasi comunicanti, capaci d’interagire costantemente fra loro ed armonizzarsi, donando così sostanza e “colori” alle tre dimensioni territoriali – Roma, l’Italia, l’Europa – da noi privilegiate, in un continuo gioco d’assonanze, discrepanze e connessioni.

Il web, d’altronde, è senz’altro il contesto più adatto per un’ipotesi del genere, pensata appunto per rispondere a molteplici esigenze e per coinvolgere un’utenza non di soli “specialisti”: in primo luogo un’opera prettamente archivistica, ovvero la tutela e la conservazione – grazie alla digitalizzazione – del patrimonio costituito dai periodici illustrati; in egual misura, però, la valorizzazione, cioè il tentativo e la volontà di fare dell’Archivio anche un grande spazio espositivo virtuale, un’enorme galleria on line insomma, nella quale il singolo internauta può entrare liberamente, come in un qualsiasi museo, e lì ammirare ciò che crede e sceglie.

Per queste ragioni le sezioni e le sottosezioni in cui è diviso l’Archivio sono in realtà gli strumenti grazie ai quali l’attitudine espositiva del progetto si fonde a quella più propriamente conservativa, nel tentativo di realizzare una sintesi e un equilibrio fra queste due necessità, entrambe imprescindibili.

Del resto le tre sezioni che inaugurano l’Archivio e che prendono in esame il primo decennio del Novecento a ben vedere sono – nonostante il numero più che ragguardevole delle immagini e dei periodici utilizzati – un assaggio, la piccola parte d’un materiale a stampa straordinariamente ricco, numeroso, una goccia nel mare dei “tesori” dell’Alessandrina ancora da scoprire, da ordinare, quindi l’inizio d’un percorso dalle grandi potenzialità, una strada affascinante tutta da percorrere sia a ritroso – nell’Ottocento – sia continuando in una lunga progressione novecentesca capace d’affrontare diverse stagioni politiche, sia infine spaziando in altre direzioni tematiche – i periodici satirico-umoristici ad esempio, di cui la Biblioteca Alessandrina abbonda.

Ecco allora che il progetto, riuscendo a muoversi su più piani tematici, vuole senz’altro strutturarsi come un work in progress, un evento cioè prolungato, in grado d’arricchirsi man mano di nuove sezioni, di nuove storie, di nuove gallerie virtuali, quindi di altro materiale da digitalizzare e immettere in rete: in primis della Biblioteca Alessandrina ovviamente ma, in prospettiva e con l’ambizione di creare un network, anche di altre biblioteche, archivi ed istituti culturali.

Un’idea semplice, pertanto, quella che ha portato alla nascita dell’Archivio fotografico-iconografico della Biblioteca Universitaria Alessandrina di Roma, e non in misura minore ambiziosa: un’idea e un progetto che speriamo vivamente di veder crescere e rafforzarsi sempre più.

Un progetto, infine, che ci sembra in linea con le prospettive di “conservazione delle memorie digitali” fatte proprie recentemente dal Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Massimo Bray, il quale non a caso ha sottolineato: “occorre ricordare che lo sforzo sempre maggiore della pubblica amministrazione nei confronti della dematerializzazione dei documenti e della digitalizzazione del patrimonio documentario già esistente pone oggi nuove sfide, poiché si rende necessario studiare e applicare strumenti, regole e prassi completamente nuovi, in grado di assicurare il perdurare nel tempo e la fruibilità a lungo termine di documenti digitali, nonostante l’inevitabile obsolescenza delle tecnologie impiegate per produrli, riprodurli e conservarli” ( Illustrazione delle linee programmatiche dell’azione del Ministro per i Beni e le Attività Culturali. Commissioni congiunte VII Camera e 7ª Senato della Repubblica, 23 maggio 2013, p. 20.).

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