L'azione del Genio civile dal secondo dopoguerra ad oggi

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Il decreto legislativo luogotenenziale 18 gennaio 1945, n. 16, distacca gli Ispettorati generali compartimentali del Genio civile denominandoli Provveditorati regionali alle opere pubbliche. L’articolazione territoriale del ministero dei Lavori pubblici viene modificata. Il Genio civile si presenta sempre come ufficio periferico. I Provveditorati, compresi il Magistrato alle acque di Venezia e il Magistrato per il Po a Parma, costituiscono gli uffici decentrati. Questi sono istituiti allo scopo di rendere più rapida l’azione statale nell’esecuzione dei lavori pubblici e nell’attuazione delle provvidenze dirette alla riparazione dei danni causati dalla guerra (art. 1). Il d.c.p.s. 15 settembre 1947, n. 1124, istituisce, con sede in Trento, il Provveditorato regionale alle opere pubbliche per le provincie di Trento e Bolzano. I Provveditorati si strutturano in ufficio amministrativo, ragioneria, ufficio tecnico, sezione urbanistica. L’ufficio tecnico ha compiti di ispezione, di vigilanza e di studio e cura l’aggiornamento professionale dei funzionari tecnici addetti agli uffici del Genio civile nella circoscrizione del Provveditorato. A richiesta del ministero o del provveditore l’ufficio può redigere o revisionare progetti di opere pubbliche. Le sezioni urbanistiche vigilano e coordinano l’attività urbanistica nella rispettiva circoscrizione.

In questo periodo, Carlo Cuniberti è nominato ingegnere capo del Genio civile. Primo ingegnere di sezione, trasferito dal Genio Civile di Udine con decorrenza dal 16 gennaio 1928, è collocato a riposo con il 16 agosto 1950. Questi prosegue l’azione di Gualtiero Adami concretatasi nel processo di ricostruzione. Gli subentra Romolo Casonato poi trasferito presso Provveditorato alle opere pubbliche di Bologna a decorrere dal 16 ottobre 1959.

Nel 1955, il decreto del presidente della Repubblica n. 1534 del 30 giugno decentra i servizi del ministero dei Lavori pubblici. La legge di delega 16 maggio 1970, n. 281, indica i criteri secondo i quali il trasferimento delle funzioni statali alle regioni deve avvenire per settori organici di materia e attraverso il trasferimento degli uffici periferici dello Stato. Il d.p.r. 15 gennaio 1972, n. 8, e, più tardi, i decreti delegati n. 616 e n. 617 del 24 luglio 1977 portano a compimento il trasferimento alle Regioni a statuto ordinario degli uffici del Genio civile a competenza generale con esclusione di taluni uffici. Il d.p.r. 22 marzo 1974, n. 381 (norme di attuazione dello statuto speciale per la regione Trentino-Alto Adige in materia di urbanistica ed opere pubbliche), trasferisce alla provincia di Trento gli uffici del Provveditorato regionale alle opere pubbliche e del Genio civile di Trento, con esclusione delle sezioni o servizi cui sono affidate le funzioni rimaste di competenza statale (ad esempio quelle concernenti il demanio idrico e l’edilizia stradale); con la stessa esclusione è trasferito alla provincia di Bolzano l’ufficio del Genio civile di Bolzano.

In questo periodo, connotato dalla legislazione volta al decentramento, l’ufficio è retto da Luigi Selenati, a riposo a decorre dal 1° luglio 1963, quindi da Giuseppe Tirelli, ingegnere capo dal 20 luglio 1963, trasferito al Provveditorato opere pubbliche per la Lombardia a decorrere dal 2 maggio 1966. Infine, da Federico Menna, ingegnere superiore dirigente trasferito al Genio civile di Trento con l’incarico alla dirigenza a decorre dal 2 maggio 1966. Questi coordina l’azione del Genio civile durante l’alluvione che colpisce il Trentino nel 1966. Le disposizioni degli anni settanta riducono servizi e competenze degli uffici del Genio civile, particolarmente a Trento in virtù delle norme di attuazione dello Statuto speciale. Cosicché, di qui in avanti, l’azione del Genio civile di Trento si inquadra come fattore dapprima secondario, poi vieppiù marginale, rispetto alla storia evenemenziale del territorio.

Il decreto legislativo 11 novembre 1999, n. 463 (norme di attuazione dello statuto speciale della regione Trentino-Alto Adige in materia di demanio idrico, di opere idrauliche e di concessioni di grandi derivazioni a scopo idroelettrico, produzione e distribuzione di energia elettrica), trasferisce alle province autonome di Trento e di Bolzano, con effetto dal 1° gennaio 2000, le sezioni “demanio idrico” degli uffici del Genio civile aventi sede nel territorio delle province medesime.