IV - DOCUMENTAZIONE

 

                                                                                                                                                                                                                                                                                                            

 

La legge del contrappasso


Alla caduta del Regno d’Italia, l’Austria e i governi restaurati in Italia pretesero la restituzione della documentazione estratta dagli archivi dei rispettivi territori e confluita a vario titolo a Milano durante tutta l’età napoleonica (37). A essere spogliato di molte delle scritture di più recente acquisizione fu non solo l’Archivio nazionale, ma anche il nuovo Archivio diplomatico, il cui patrimonio venne progressivamente circoscritto alla sola area lombarda, salvo alcune eccezioni determinate per lo più dalle difficoltà incontrate nell’individuazione del materiale da rendere.

A questo fenomeno, ben noto alla storiografia di settore, se ne aggiunse un secondo, di cui sono rimaste solo poche tracce documentarie. La vasta estensione raggiunta dal Regno d’Italia aveva necessariamente comportato anche un’intensa produzione documentaria relativa all’amministrazione di territori che non entrarono a far parte del Regno lombardo-veneto. Particolarmente ricchi, in tal senso, erano i nuclei documentari custoditi nell’Archivio dell’ex Ministero dell’interno, che nei primi anni della Restaurazione subì un vero e proprio sciacallaggio, come testimoniato da alcuni preziosi elenchi delle carte consegnate ai delegati dei governi restaurati, giunti a Milano per portare in patria tutta la documentazione relativa agli ex dipartimenti del Regno tornati sotto il loro controllo (38).


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