Cronologia

Il turbine memorando piombato dalle Alpi (1796-1800)

L’inizio di una nuova era

1796

Posto alla testa dell’Armata d’Italia a inizio marzo, in aprile il generale Bonaparte diede il via alla Campagna d’Italia, ottenendo una serie di rapide vittorie contro gli eserciti della Prima coalizione antifrancese (2).
Tra aprile e giugno, la Francia impose l’armistizio a Regno di Sardegna, Ducato di Parma e Piacenza, Ducato di Modena e Reggio, Regno di Napoli e occupò i territori settentrionali dello Stato della Chiesa.
Sconfitti gli austriaci a Lodi, a metà maggio i francesi entrarono a Milano, dove si insediò un’Agenzia militare, che ben presto avrebbe lasciato il posto all’Amministrazione generale di Lombardia (29 agosto) (3).
In ottobre il Ducato di Modena e Reggio subì l’invasione francese, giustificata con il mancato rispetto delle clausole dell’armistizio.

1797

Dall’agosto 1796 ai primi mesi dell’anno seguente, l’esercito comandato da Bonaparte proseguì la propria avanzata inarrestabile, occupando Mantova (febbraio), Bolzano, Trieste e Bressanone (marzo).
Nel frattempo, l’incursione nell’Italia centrale costrinse lo Stato della Chiesa alla firma del trattato di Tolentino (19 febbraio), con il quale Pio VI riconobbe alla Francia i territori romagnoli occupati. In maggio la nuova conquista fu assegnata alla Repubblica cispadana, Stato costituito nel dicembre dell’anno precedente dai rappresentanti di Ferrara, Bologna e dell’ex Ducato di Modena e Reggio.
Sempre in maggio, cadeva anche l’antica Repubblica di Venezia, con il passaggio dei poteri dal doge a una Municipalità provvisoria e la nascita di forme di governo più o meno effimere in diverse città della Terraferma.
In giugno l’Amministrazione generale di Lombardia lasciò il posto alla nuova Repubblica cisalpina, retta da un Direttorio sul modello francese (4), con vessillo tricolore (1) e Milano capitale (5). Entrarono a far parte della nuova compagine statale, oltre all’ex Stato di Milano, Mantova e gli ex territori veneti occidentali (Bergamo, Brescia, Crema), le province appartenute alla Repubblica cispadana, che si sarebbe sciolta sul finire di luglio, e la Valtellina, strappata ai Grigioni in ottobre.
Sul finire dell’anno si compì il destino dei territori dell’ex Repubblica di Venezia. In seguito al trattato di Campoformio (17 ottobre), la Francia cedeva Venezia e buona parte del Veneto all’Austria, ottenendo in cambio, tra l’altro, il riconoscimento ufficiale della Repubblica cisalpina e della potestà sulle ex isole venete del Levante.
In dicembre il generale Bonaparte fece ritorno in Francia, sostituito in Italia dal collega Louis Alexandre Berthier.

La provvisoria riscossa austriaca

1798

In febbraio le truppe di Berthier occuparono Roma, proclamando la Repubblica romana e costringendo Pio VI all’esilio in Toscana.
In aprile nacque la Repubblica elvetica, posta sotto il controllo francese.
Con Napoleone impegnato nella Campagna d’Egitto, sul finire dell’anno in Italia si verificarono i primi fallimentari tentativi di riscossa antifrancese.
In dicembre le truppe francesi occuparono Torino, costringendo i Savoia a ritirarsi in Sardegna e favorendo la nascita della Repubblica di Piemonte, che nel febbraio seguente avrebbe chiesto l’annessione alla Francia.
Dopo aver preso Roma (novembre), sul finire dell’anno il re di Napoli Ferdinando IV, sonoramente sconfitto dai francesi, fu costretto a rifugiarsi in Sicilia sotto la protezione inglese.
Seconda coalizione antifrancese (29 dicembre), costituita da pressoché tutte le potenze europee.

1799

In gennaio i giacobini napoletani diedero vita alla Repubblica napoletana.
In marzo fu la volta della Toscana, con la cacciata del granduca Ferdinando III d’Asburgo-Lorena e l’emergere di forme di governo di matrice giacobina.
Il 28 marzo Pio VI fu portato dalla Toscana in Francia, dove sarebbe morto di lì a pochi mesi.
Tra la primavera e l’estate, il teatro di guerra italiano subì un improvviso ribaltamento. Le sconfitte francesi produssero la caduta di tutte le repubbliche nate negli anni precedenti e il parziale ritorno delle dinastie regnanti nei rispettivi territori.
Milano fu occupata dalle truppe austro-russe, con le funzioni di governo affidate al commissario imperiale Luigi Cocastelli.
In ottobre Napoleone fece ritorno a Parigi, dove il 9 novembre (18 brumaio dell’anno VIII del calendario rivoluzionario francese) grazie a un colpo di Stato si garantì la carica di primo console per un decennio, ponendo fine al sistema di governo direttoriale, che aveva retto le sorti della Francia nei precedenti 4 anni.

Le cronologie presentate in questa mostra non riportano gli eventi storici più significativi in assoluto dell’età napoleonica, ma vicende – alcune anche apparentemente secondarie – scelte al solo scopo di favorire la comprensione di fatti, personaggi o luoghi cui si accenna nei documenti esposti. 


Un quadrilatero di documenti: Milano, Venezia, Parigi, Vienna (1805-1814)

Napoleone il Grande

1805

A pochi mesi dalla nascita dell’Impero, in maggio la Repubblica italiana fu trasformata in Regno, con la salita al trono di Napoleone (23) e (26), ben disposto a insignire di titoli i suoi più fedeli sostenitori (27) e ad alimentare il culto della sua persona da parte dei sudditi (25) e (28).
Nel frattempo in Toscana veniva creato il Principato di Lucca e Piombino, assegnato alla sorella di Napoleone, Elisa, e a suo marito, Felice Baciocchi (24).
Le ultime speranze di autonomia erano perdute. L’ex vicepresidente della Repubblica italiana Melzi fu messo ai margini del governo, mentre Napoleone attribuì la carica di viceré a Eugenio di Beauharnais, figlio di primo letto della moglie Giuseppina.
Tra l’estate e l’autunno, il conflitto contro la Francia, condotto sino a quel momento dalla sola Gran Bretagna, vide l’ingresso delle altre potenze europee raccolte nella Terza coalizione (Austria, Russia, Regno di Napoli e Regno di Sicilia, Svezia).
Nella battaglia di Austerlitz Napoleone sbaragliò gli eserciti austriaco e russo (2 dicembre). La successiva pace di Presburgo (26 dicembre) portò in dote al Regno d’Italia Veneto, Istria e Dalmazia, mentre Tirolo e Trento passarono alla Baviera, posta sotto la protezione francese.

1806

In gennaio fu la volta di Napoli a capitolare. Ferdinando IV si rifugiò nuovamente in Sicilia, mentre sul trono napoletano salì Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone.
In agosto Francesco II pose fine alla millenaria storia del Sacro Romano Impero, mantenendo il titolo di Francesco I imperatore d’Austria (creato nel 1804).
In autunno Napoleone sconfisse a più riprese l’esercito prussiano nell’ambito del conflitto con la Quarta coalizione antifrancese.
Per contrastare il Regno Unito, in novembre Napoleone decretò il “blocco continentale”, con il divieto di attracco delle navi inglesi nei porti degli Stati sotto l’influenza francese.

1807

Dopo aver imposto la pace a Prussia e Russia (luglio), la Francia proseguì la guerra contro il Regno Unito. L’occupazione delle province di Urbino, Macerata, Fermo e Spoleto, che l’anno seguente sarebbero andate ad ingrandire ulteriormente il Regno d’Italia, esacerbò ancor più i rapporti tra Napoleone e Pio VII, già tesi per la tendenza dell’imperatore a mortificare i diritti del pontefice e per il rifiuto di quest’ultimo di partecipare al blocco navale contro gli inglesi.
Sul finire dell’anno, in accordo con la Spagna, il Regno di Etruria cessava di esistere, con l’aggregazione alla Francia.

1808

La rottura tra Napoleone e Pio VII portò all’occupazione di Roma da parte dei francesi.
Con il passaggio di Giuseppe Bonaparte sul trono di Spagna, ufficializzato in luglio, il mese seguente il Regno di Napoli fu assegnato a Gioacchino Murat, marito di Carolina Bonaparte, sorella dell’imperatore.
Piegata in dicembre la resistenza degli spagnoli rimasti fedeli ai Borbone, Napoleone dovette immediatamente far fronte alla Quinta coalizione, costituita da Austria, Regno Unito, Regno di Sicilia e Regno di Sardegna.

1809

Le ripetute vittorie sugli austriaci portarono all’invasione di Vienna (9 maggio) e alla resa degli Asburgo, sancita con il trattato di Schönbrunn (15 ottobre).
Nell’occasione il Regno d’Italia dovette cedere Istria, Dalmazia e gli altri territori a est dell’Isonzo al nuovo Governatorato francese delle Province Illiriche, ottenendo la promessa di ricevere in cambio dalla Baviera il Trentino e parte del Tirolo (Bolzano), con la costituzione del nuovo dipartimento dell’Alto Adige (1810).
Nel frattempo, Napoleone decretò l’abolizione del potere temporale del pontefice, con l’annessione dello Stato pontificio all’Impero. Pio VII fu posto sotto custodia, prima in Francia e poi a Savona.

1810

In seguito al divorzio da Giuseppina (dicembre 1809), in marzo sposò per procura Maria Luisa d’Asburgo-Lorena, figlia dell’imperatore Francesco I, suggellando la temporanea pace raggiunta con l’Austria. Le nozze si sarebbero celebrate in luglio.

L’inizio della fine

1812

Le crescenti tensioni con la Russia, pronta a violare il blocco continentale, portarono allo scoppio di una nuova guerra. Giunto a Mosca in settembre, per l’imperatore prese il via una lunga ed estenuante ritirata con gravi perdite per l’esercito francese.
In dicembre Napoleone giunse a Parigi, ma già si profilava all’orizzonte la ripresa delle ostilità, con tutte le potenze europee progressivamente riunitesi nella Sesta coalizione.

1813

Dopo la sconfitta subita dai francesi a Lipsia (ottobre), le sorti del conflitto apparivano ormai segnate.

1814

Malgrado gli ultimi colpi di coda, in aprile Napoleone fu costretto alla resa. Il 20 aprile partì per l’isola d’Elba, dove sarebbe giunto ai primi di maggio.


La restaurazione archivistica (1814-1821)

Dall’Elba a Sant’Elena

1814

Con la caduta di Napoleone (35), le potenze europee vincitrici del conflitto e i rappresentanti delle dinastie restaurate diedero il via alle trattative di pace, rinviando a un successivo congresso la definizione dei nuovi assetti continentali. In novembre si aprì ufficialmente il Congresso di Vienna, che si sarebbe concluso nel giugno dell’anno seguente.

1815

Il 26 febbraio Napoleone lasciò l’isola d’Elba, per raggiungere Parigi (19 marzo), nel frattempo abbandonata da Luigi XVIII. Le potenze europee diedero vita alla Settima coalizione, che sul fronte opposto vedeva, ormai isolati, la Francia e il Regno di Napoli retto da Gioacchino Murat.
Tra marzo e i primi di aprile le truppe comandate da Murat risalirono la penisola italiana, contro il parere dello stesso Napoleone, scatenando un nuovo conflitto con l’Austria, conclusosi ai primi di maggio con la disfatta di Tolentino.
Il 18 giugno, a Waterloo, gli eserciti inglese e prussiano inflissero l’ultima sconfitta agli uomini comandati da Napoleone.
Rientrato in Francia, in luglio l’ormai decaduto imperatore dei francesi si consegnò agli inglesi, che il mese seguente lo imbarcarono per l’isola di Sant’Elena, dove sarebbe rimasto sino alla morte.

Il nuovo assetto italiano

Con il Congresso di Vienna e i successivi assestamenti, le lancette dell’orologio tornavano indietro di venti anni, nel tentativo di cancellare gli sconvolgimenti prodotti dalla Rivoluzione e dalle imprese napoleoniche (36).
Limitatamente al territorio italiano, rispetto al passato la Restaurazione portò tuttavia importanti novità:

  • Vittorio Emanuele I ottenne l’annessione della Liguria al Regno di Sardegna.
  • Ferdinando di Borbone unì i regni di Napoli e Sicilia nel Regno delle Due Sicilie, assumendo il titolo di Ferdinando I.
  • Sotto Pio VII, lo Stato pontificio rientrò in possesso dei territori entrati a far parte del Regno d’Italia.
  • A Ferdinando III fu restituito il Granducato di Toscana, che inglobò anche il territorio di Piombino, diviso da Lucca e Massa e Carrara dopo la parentesi napoleonica.
  • Al posto dell’antica Repubblica lucchese, fu creato un nuovo Ducato, assegnato a Maria Luisa di Borbone- Spagna, la quale, dopo la morte del marito Ludovico I (1803), aveva retto le sorti dell’effimero Regno di Etruria in nome del figlioletto Ludovico II.
  • Il rinato Ducato di Massa e Carrara tornò invece a Maria Beatrice Ricciarda d’Este, mentre suo figlio Francesco IV d’Austria-Este ottenne il Ducato di Modena.
  • Il Ducato di Parma e Piacenza fu attribuito a Maria Luisa d’Asburgo-Lorena, moglie di Napoleone e figlia dell’imperatore austriaco Francesco I, che italianizzò il proprio nome in Maria Luigia, con la successione che fu tuttavia riservata alla linea parmense dei Borbone.

A uscirne completamente stravolto fu l’assetto dell’Italia nord-orientale, con la nascita del Regno lombardo-veneto (aprile 1815), che comprendeva di fatto i territori di Lombardia, Veneto e Friuli. La nuova compagine statale fu posta sotto il diretto controllo dell’imperatore d’Austria, che governava tramite due distinti governi, l’uno di stanza a Milano, l’altro a Venezia, e un viceré, carica attribuita a due suoi fratelli minori, l’arciduca Antonio (1816 - 1818) e l’arciduca Ranieri (1818 - 1848).

Per un approfondimento sui documenti 35 e 36 esposti in mostra si veda Ermis Gamba, Monumenti, elogi, sonetti e un censimento particolare. Celebrazione e caduta del primo regno d’Italia nella collezione Autografi dell’Archivio di Stato di Milano, «Annuario dell’Archivio di Stato di Milano», II (2012), pp. 145-167.


Napoleone a Sant’Elena (1815-1821)

1815

Napoleone sbarcò a Sant’Elena il 16 ottobre dopo un viaggio di oltre due mesi a bordo della nave inglese Northumberland.
Il 10 dicembre fu condotto nella residenza di campagna di Longwood House, dove avrebbe trascorso gli ultimi anni della sua vita, insieme al fedele domestico Louis Marchand, ai generali Gaspard Gourgaud, Henri Bertrand e Charles Tristan de Montholon, a Emanuel de Las Cases, e ad altri servitori fra cui Jean-Baptiste Cipriani, il pasticciere Pierron e il cuoco La Page. Tra gli uomini al suo seguito c’era anche il corso Natale Santini, corriere di Napoleone dai tempi della ritirata di Russia e suo fedele collaboratore. Nel suo testamento Napoleone ricordò tutte le persone presenti a Sant’Elena, riservando loro cifre di entità diverse; una piccola somma di denaro fu destinata ai poveri di Sant’Elena.

1816

In primavera il generale Hudson Lowe sostituì il precedente governatore britannico dell’isola Cockburn. Lowe informò i commissari europei presenti a Sant’Elena delle condizioni di Napoleone che si rifiutava di riceverli a Longwood House. In base agli accordi presi, Napoleone poteva muoversi a cavallo o in carrozza nell’ambito di quattro miglia dall’abitazione.
Nel mese di ottobre Napoleone mise in vendita parte dell’argenteria che aveva portato con sé; la notizia si diffuse in Europa provocando indignazione tra i bonapartisti e disagio nelle corti europee.
In autunno Natale Santini lasciò Sant’Elena.
Alla fine dell’anno il conte Emanuel de Las Cases, accusato di aver tentato di inviare corrispondenza clandestina in Europa, fu espulso dall’isola. Il governatore Lowe sequestrò il manoscritto di Las Cases che raccontava la vita di Napoleone e che sarebbe stato pubblicato con il titolo Memoriale di Sant’Elena.

1818

Muore Jean Baptiste Cipriani, da sempre domestico della famiglia Bonaparte.

Nel mese di agosto il medico Barry O’Meara, informatore del governatore ma probabilmente complice di Napoleone, fu richiamato in Gran Bretagna.

1819

Il generale Gourgaud, sua moglie e la consorte del generale Montholon lasciarono l’isola. Intanto le condizioni di salute di Napoleone peggioravano. Nel mese di settembre arrivò un giovane medico di origini corse, Francesco Antommarchi.
L’ex sovrano chiese anche la presenza di due religiosi, gli abati Buonavita e Vignali.

1821

Tra febbraio e marzo la salute di Napoleone si complicò ulteriormente e furono necessari altri due medici britannici, Thomas Shortt e Charles Mitchell.
Il 3 maggio Napoleone ricevette i sacramenti.
Il 5 maggio lo raggiunse anche Lowe. Napoleone morì alle ore 17:49, all’età di 51 anni.
Il 6 maggio fu eseguita l’autopsia che evidenziò lo stomaco perforato e tracce di ulcera cancerosa.
Il 9 maggio il corpo di Napoleone fu sepolto in una vallata nelle vicinanze di Longwood House. La salma rimase a Sant’Elena fino al 16 ottobre 1840, quando fu riportata in Francia.