I - STORIA

 

                                                                                                                                                                                                                                                                                                            

 

Il potere dei simboli

 

L’utilizzo dei mezzi di comunicazione per la formazione e il condizionamento dell’opinione pubblica avvenne durante la Rivoluzione francese mediante una simbologia penetrante e persuasiva come mezzo di promozione e di educazione politica ai principi fondamentali di uno Stato libero in cui si proclamava la libertà, la giustizia, l’uguaglianza e di conseguenza la prosperità.

Anche gli stati creatisi in Italia in seguito alla Rivoluzione francese — dapprima le diverse Repubbliche, poi il Regno — adottarono propri simboli e rappresentazioni efficaci, facilmente riconoscibili, come strumenti di comunicazione dei principi fondativi e di formazione di un’identità “nazionale” e di consenso sociale.

Un nuovo repertorio di immagini, ricavate dalla simbologia massonica e derivate dalle rappresentazioni dell’antica Roma repubblicana, doveva rappresentare gli emblemi collegati alla nuova Repubblica Francese e agli ideali di Libertà ed Eguaglianza, sopra tutti, in epoca delle Repubbliche, il fascio littorio e il pileo, ossia il berretto che poi diventerà il berretto frigio.

Nacque così una nuova tipologia documentaria: la carta intestata delle lettere e dei documenti ufficiali, caratterizzata da fregi e testate incise dove proliferavano allegorie della Libertà, ossia gli immancabili berretti frigi che troneggiavano in cima agli alberi della libertà, i fasci consolari (littori) dell’autorità romana, il caduceo simbolo della pace conquistata grazie all’abbattimento delle tirannie, nonché la raffigurazione di personaggi, esempi di eroismo, forniti in abbondanza dalla storia romana e influenzati dal Neoclassicismo imperante in tutte le manifestazioni artistiche del periodo napoleonico. Troviamo così disegnati soprattutto i due Bruti, Lucio Giunio il Maggiore, promotore della cacciata di Tarquinio il Superbo e Marco Giunio il Minore, uccisore di Cesare, modelli della repubblica contro la monarchia e Marco Curzio, prototipo delle virtù patriotiche e guerriere, emblema del coraggio e dello spirito di sacrificio.

In seguito, l’immagine femminile della Repubblica, con ai lati i motti Libertà e Uguaglianza, si arricchì di simboli e allegorie che testimoniavano il potere, l’autorità, la giustizia, la pace, la prosperità e l’abbondanza. Le immagini delle carte intestate si abbellirono con la riproduzione in miniature di monumenti-simbolo delle città in cui venivano stampate e con la personificazione dei fiumi che diedero il nome ai dipartimenti in cui venne suddiviso amministrativamente il territorio italiano.

Con l’avvento del Regno d’Italia la divulgazione dei valori sociali tramite allegorie “disegnate” sui documenti ufficiali cessò e le testate delle carte pubbliche divennero più semplici, sobrie ed essenziali.

Qui di seguito i simboli più frequentemente utilizzati e incisi negli atti su carta, solitamente a corredo di una figura femminile che per i francesi era Marianne cioè il simbolo della Francia rivoluzionaria mentre in Italia rappresentò più semplicemente la Repubblica.

Albero della libertà:

uno dei primi atti rivoluzionari era quello di piantare nelle città i cosiddetti “alberi della libertà”, un rito ispirato al “calendimaggio” con cui anticamente gli agricoltori usavano in primavera celebrare e propiziarsi la natura. Di solito tali alberi erano pioppi, per via del nome ambivalente: populus, al femminile, indica la pianta, al maschile significa popolo. I repubblicani francesi piantarono il primo albero della libertà nel 1790 a Parigi: di fatto era un palo, sormontato dal berretto frigio rosso e adorno di bandiere e veniva usato per cerimonie civili.

Berretto frigio:

cappuccio di forma conica con la punta ripiegata, in origine era indumento del regno persiano dal VI al II sec a.C.; utilizzato dai sacerdoti del Sole nella regione della Frigia, fu uno degli attributi del dio Mitra. Fu quindi adottato dai soldati dell’esercito persiano e più tardi, nell’antica Roma, divenne il copricapo che veniva donato dal padrone agli schiavi liberati, i “liberti”; quindi, molto probabilmente da allora il berretto frigio (pileus) assunse il suo valore simbolico di libertà. Adottato, nel colore rosso, dai giacobini, divenne l’emblema di tutti i rivoluzionari.

Bilancia e spada:

sono due attributi della Giustizia; la bilancia suggerisce l’idea di equilibrio, equità, che è compito della Giustizia conservare. La spada rimanda al potere che la giustizia deve fare rispettare.

Caduceo:

simbolo di origini antichissime, mesopotamiche ed assiro-babilonesi, viene rappresentato da un’asta con due serpenti attorcigliati che si fronteggiano. Nella parte superiore sono posizionate due piccole ali o un elmo alato. Per la mitologia classica era attributo di Hermes/Mercurio, il messaggero degli dei, che, ricevuto un bastone da Apollo, lo avrebbe utilizzato per separare due serpenti che si stavano divorando. Da questa leggenda sarebbe nato il significato del Caduceo come segno di pace. È anche considerato simbolo dell’equilibrio morale e della condotta esemplare: il bastone esprime il potere; i due serpenti la sapienza; le ali la diligenza, e l’elmo è l’emblema dei pensieri elevati. Gli sono stati attribuiti altri molteplici valori, dalla fecondità/fertilità, alla medicina.

Corona di alloro:

onorificenza della Repubblica o dell’Impero; simbolo di gloria.

Cornucopia:

simboleggia l’abbondanza, i frutti dell’agricoltura, e dunque la concordia sociale e la felicità. È perciò sovente attributo della Fortuna e del Buon Governo.

Fascio littorio:

simbolo dell’indivisibilità e dell’autorità della res publica nella Roma repubblicana, quando i littori lo sorreggevano accompagnando i magistrati dotati di imperium; era composto da verghe di betulla bianca, a significare il potere di punire, e talvolta da un’ascia di bronzo, dotata del potere di vita e di morte, legate insieme con nastri di cuoio rossi (fasces), simboleggianti la sovranità e l’unione di tutti i cittadini nello stato.

Archipendolo o archipenzolo:

strumento di antica origine pre-egizia, è una squadra a forma di A, con l’angolo retto in testa, dal cui vertice pende un filo a piombo, che serviva in architettura per verificare l’orizzontalità di un piano. Inoltre veniva utilizzato in gnomonica per la collimazione della stella polare. Simbolo massonico, poi rivoluzionario, associato alla Giustizia, come altri strumenti triangolari (il compasso, la bilancia), grazie alla sua struttura simmetrica.

Palma:

significato di vittoria, di rinascita.

Ulivo:

simboleggia la volontà di pace della nazione, sia nel senso della concordia interna che della fratellanza internazionale; pianta sacra ad Atena/Minerva.

Quercia:

simbolo di virtù, forza, coraggio, dignità e perseveranza, sacra a Giove.


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