Levi Della Vida (1954b)

Fonte:
Giorgio Levi Della Vida, Un cimelio da rintracciare negli scaffali della Vaticana, «Corriere della sera», 21 agosto 1954.

«Ma di un altro incontro quasi politico l’orientalista [Levi Della Vida] serba il ricordo commosso, nel quale alla cara memoria di De Gasperi si unisce quella, non meno cara, di Benedetto Croce. Se lo vide innanzi, nelle prime ore di una mattina del febbraio 1933, nella sala di studio [della Biblioteca Vaticana] ancora vuota: era venuto, per caso straordinario, a consultare un libro raro che non trovava altrove. Non era passata un’ora che dal piano del catalogo veniva su De Gasperi, seguito a breve intervallo, sbucata non si sa di dove, dalla fedele Maria Ortiz, che di recente era stata sbalestrata dalla direzione della Biblioteca nazionale di Napoli all’Universitaria di Roma soltanto, si diceva, per far dispetto a Croce.

Incontro con Croce
La conversazione a quattro si protrasse a lungo. Erano passati pochi giorni da quando Hitler era salito al potere, ed era ovvio che se ne parlasse con angosciosa preoccupazione. «E’ una bella fortuna per noi italiani» uscì a dire a un tratto Croce. De Gasperi e gli altri due lo guardarono trasecolati. «Ma sì – proseguì Croce, mentre ammiccava cogli occhietti lucidi e la faccia assumeva quell’aria sorniona che in lui preludeva immancabilmente a una facezia pungente –. Vi ricordate, quando eravamo più giovani, come ci seccavano colle continue esortazioni ad andare a scuola dai tedeschi per la scienza, per il metodo, per l’organizzazione... Ora, grazie al cielo, sono i tedeschi ad imparare da noi! E vedete quanto siamo fortunati; quando andavamo noi a imparare da loro, s’imparava dai migliori di loro; loro sono venuti a imparare dai peggiori dei nostri».
De Gasperi consentiva. Dovevano passare ancora molti anni pieni di tormento e di orrore prima che noi e i tedeschi ci si accordasse a riconoscere, e in gran parte anche per opera di lui, che tra gente di buona fede e di buona volontà si impara sempre reciprocamente.»
(Giorgio Levi Della Vida, Un cimelio da rintracciare negli scaffali della Vaticana, p. 3)

Nonostante Levi Della Vida indichi la data di febbraio, l'incontro con Croce, De Gasperi e la Ortiz avvenne in Vaticana il 28 aprile del 1933. A confermarlo è una nota dei Taccuini di Croce, dove leggiamo: «Sono stato alla Biblioteca Vaticana per confrontare alcuni manoscritti del Calenzio. Riveduti De Gasperi, Levi della Vida e la Ortiz» (v. 3, p. 371). Già dal 1932, Croce aveva in preparazione l'edizione di un carme del poeta Eloisio Calenzio, poi pubblicata a Napoli nel 1933 con il titolo Un’elegia giocosa di Elisio Calenzio: ristampa dalla unica edizione del MDIII. In Vaticana Croce collazionò il manoscritto (Vat. lat. 2833) sul quale era stata approntata l'edizione delle opere di Calenzio pubblicata a Roma nel 1533.
Per i particolari sul lavoro di edizione di Croce sul carme di Calenzio, si veda: Maria Panetta, Un’elegia giocosa di Elisio Calenzio: le “correzioncelle” dell’edizione Croce e la rinnovata fortuna del poeta, «Diacritica», a. I, fasc. 4 (25 agosto 2015), pp. 13-19. 

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