Banti (1981a)

Fonte:
Anna Banti, Un grido lacerante, Milano, Rizzoli, 1981.

«Ha frequentato i seminari, ha preso i suoi trenta e lode, ma alla laurea solo un centodieci senza lode. Però le sue ore migliori le ha passate in biblioteca, al Collegio Romano, nella sala di studio dove i libri erano alla portata di tutti. Ore felici, sospira Agnese guardando sconsolatamente le vetrine polverose, alle sue spalle, coi vaselli di vetro torbido, le statuine cretesi. Non poteva negarlo: la sua, cominciata con tanto ardore, era una povera storia. Una laurea tranquilla, senza parenti né amici, del tutto feriale. In autunno Delga l'aveva accettata come assistente volontaria sebbene lei non glielo avesse chiesto: ma era distratto, pareva quasi che non se ne ricordasse e le assegnava incarichi poco brillanti. Lei scuoteva le spalle: finché c'erano la Biblioteca, la Patrologia del Migne, il Teatro di Tartarin... «E adesso cosa farai?» le chiese Carlotta, diventata archeologa. «Ti presenti al Concorso della Soprintendenza?» Agnese rispose: «Non so», ma lo sapeva benissimo; era scoraggiata, non sperava più niente».

(Anna Banti, Un grido lacerante, p. 21. Nel suo ultimo romanzo, l'autrice nasconde “sotto un tenue velo fantastico” la propria storia (Agnese Lanzi) e il connubio artistico con Roberto Longhi (il Maestro Delga)).

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