Alfieri (1976b)

Fonte:
Vittorio Enzo Alfieri, Maestri e testimoni di libertà, Milazzo-Palermo, Sicilia nuova, 1976.

«Meno noto un altro episodio, che non torna certamente ad onore delle autorità di Curia, il divieto di entrare nella Biblioteca Vaticana, spiegato in una lettera del novembre 1932 inviata da Zanotti-Bianco a un molto olimpico Reverendo Padre che gli aveva chiesto notizie dell’accaduto. Il capo della gendarmeria pontificia, in seguito alla vibrata protesta dello studioso italiano che gli spiegava chiaro e tondo la sua qualità di antifascista, non sapeva che rispondergli alquanto confuso: «Sa, sono norme di buon vicinato».»

(Vittorio Enzo Alfieri, Zanotti Bianco e la politica di un impolitico, in Maestri e testimoni di libertà, pp. 179-194: 192).

 «Nemmeno frequentare le pubbliche biblioteche fu più concesso a questi novelli intoccabili; e perciò il [Adolfo] Levi, ridottosi ad abitare a Roma, poté frequentare solo la Biblioteca Vaticana la quale, se era stata qualche volta preclusa ad antifascisti come Zanotti-Bianco, fu invece poi generosamente aperta agli studiosi ebrei che l’Italia ripudiava.»

(Vittorio Enzo Alfieri, Omaggio ad Adolfo Levi, in Ivi, pp. 268-273: 270-271).

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