Borgese (1912-1913)

Fonte:
Giuseppe Antonio Borgese, Lettere a Giovanni Papini e Clotilde Marghieri (1903-1952), saggio introduttivo e note di Mariarosaria Olivieri, Napoli, Edizioni scientifiche italiane, 1988.

«M. [Guido Manacorda] scrisse un libro di dottrina esteriore e necessariamente insufficiente pei cosidetti germanisti, eccessivo e inutile per il pubblico colto (quando si pensa che nelle bibl. it. [biblioteche italiane] non si trova il 95% dei libri citati dal M.). È difficile negare che quel libro sia uno fra i tanti prodotti del vecchio spirito schedistico dell'Un. [università] italiana.»
(Giuseppe Antonio Borgese, lettera a Giovanni Papini, Roma 25 gennaio 1912, p. 106-107. La lettera si riferisce all'aspra polemica in corso tra Arturo Farinelli e Manacorda).

«Ricomincio ora a lavorare ordinatamente e a occuparmi anche delle solite cose. E oggi stesso ti rimando la traduzione di Strindberg. L'avrei pubblicata con grande piacere; ma dallo svedese, e non dal tedesco.
Quanto al Vannicola [Giuseppe], sai di che si tratta. Considerata la reputazione che in questo genere di cose gli avete fatta, occorre assolutamente che io paragoni la sua versione al testo per assicurarmi della fedeltà e alle traduzioni francesi per assicurarmi dell'originalità. [...]
È vero che anche per ciò avrei dovuto spicciarmi prima. Ma ormai, pazienza! È cosa che farò il primo giorno che mi avvenga di passare in biblioteca: dunque, in agosto, o, al più tardi, in settembre. Se tu potessi procurarti a Firenze i libri che mi occorrono e mandarmeli in prestito per tre o quattro giorni, mi faresti piacere.»
(Giuseppe Antonio Borgese, lettera a Giovanni Papini, Cornigliano (Genova) 8 agosto 1913, p. 119. La lettera si riferisce alla polemica in corso su varie riviste riguardo alla traduzione).

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