Scotti (1963)

Fonte:
Davide Lajolo, Il "voltagabbana", Milano, BUR, 2005.

«Finito il liceo mi iscrissi all'Università di Milano. Avevo scelto la facoltà di medicina e potevo così utilizzare anche i libri di mio fratello.
Ben presto, la parte più intensa della giornata divenne quella dei viaggi in treno che facevo insieme agli operai.
Non solo si discuteva, ma li aiutavo a portare il materiale di propaganda, a procurargli e consigliargli i libri che mi parevano più adatti a scuotere le coscienze di coloro che s'erano intorpiditi.
L'amore ai libri, alla lettura divenne allora per me come una seconda natura.
Proprio nella ricerca ostinata di ogni libro che potesse rafforzare le idee in cui credevo, strinsi le prime amicizie con alcuni librai milanesi.
Erano in gran parte anarchici, socialisti e comunisti e non pareva loro vero di poter alimentare la passione politica in un giovane studente.
Ebbi così la possibilità di leggere i primi libri formativi: quelli di Kropotkin, Bakunin, Reclus e molti altri. Poi passai a Marx, Engels e Lenin anche se non riuscivo né a comprenderli completamente né ad assimilarli. Alcuni li avevo scovati sulle bancarelle, altri nella Biblioteca di Brera.
Mi interessarono particolarmente: Il manifesto dei comunisti di Marx, L'origine della famiglia, l'Antidühring di Engels, Stato e rivoluzione, La dittatura del proletariato e il rinnegato Kautski di Lenin.
Verso la fine del 1928 si offrì l'occasione, attraverso un libraio, di conoscere di persona gli uomini che redigevano la rivista «I problemi del lavoro» ed entrai soprattutto nella simpatia di Maglione, che era uno dei direttori.
Maglione mi aprì la stanza riservata all'archivio e lì potevo leggere le pubblicazioni comuniste, socialiste e degli altri partiti, che erano clandestine e arrivavano dalla Francia.
La lettura di «Stato operaio», di «Battaglie sindacali» e de «l'Unità» mi servì particolarmente per condurre l'azione politica, nel casalese e nell'Università.»

(Testimonianza di Francesco Scotti, in Davide Lajolo, Il "voltagabbana", Milano, BUR, 2005, p. 82-83. Il libro di Lajolo fu pubblicato per la prima volta nel 1963 dalla casa editrice Il Saggiatore).

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