Meneghello (1976c)

Fonte:
Luigi Meneghello, Fiori italiani, in Opere scelte, a cura di Francesca Caputo, Milano, Mondadori, 2006, p. 781-963.

«La libertà di Antonio [Giuriolo] era il nome della sola ispirazione religiosa che gli pareva possibile per dei laici. L'alimento stesso della vita intellettuale e morale. "Libero" come attributo delle cose umane credo che fosse per lui indistinguibile da "vero", "reale": tutto ciò che si genera di fatto negli animi degli uomini liberi; tutto ciò che sono capaci di creare. Una vita individuale, una società hanno senso in quanto si fondano su questa libertà [...].
Naturalmente questa non è una posizione politica se non nel senso più lato. Questa è semplicemente una religione. Per la piccola lapide che fu murata su una porta interna della biblioteca Bertoliana (pareva la più giusta commemorazione possibile) fu Franco [Licisco Magagnato] a scrivere le parole. Ho qui davanti il piccolo autografo.

In tempi servili
qui cercava rifugio
nella storia e nella poesia
qui nell'attesa
insegnava la dignità del cittadino
Antonio Giuriolo
partigiano medaglia d'oro
cresciuto e caduto per la religione
della libertà

La terz'ultima e la penultima parola, già incise sulla lapide, furono cancellate per disposizione del sindaco, in base all'argomento che di religione ce n'è una sola; e pare che Franco, furibondo, abbia tentato invano di sostenere che quella è invece la mamma. In verità il sindaco non era uno sciocco, e quando Franco si fu calmato, gli fece capire che "la religione della libertà" era un'espressione giustissima, ma inopportuna. È un tipo di argomento che in altri contesti è ancora molto usato in Italia. Forse la verità è sempre inopportuna. (La lapide non fu rifatta, soltanto si cancellarono le parole lasciando le righe curiosamente sbilanciate: e inoltre ciò che fu cancellato fu il colore delle lettere, ma siccome erano anche incise, si leggevano ugualmente. Quasi quasi la lapide sembrava più bella così; e mi dispiace un po’ che sia stata in seguito ripristinata nella sua forma originale.)»

(Luigi Meneghello, Fiori italiani, p. 946-947. La lapide fu inaugurata il 26 settembre 1948).

Lapide per Antonio Giuriolo

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