Di Giacomo (1920)

Fonte:
Benedetto Croce, Napoli, Libreria della Diana, 1920.

«Il Croce è giovanissimo; io credo ch’egli abbia soltanto superato di qualche anno i soliti cinque lustri, classico spazio di tempo in cui s’aggirano, tradizionalmente, gl’ingegni produttori, col più vivo delle loro forze. Chi lo vede non sospetta il letterato in quell’ometto semplice, sorridente, tranquillo, non ancora insignito del sospirato onore del mento. Egli ha un naso puntuto sul quale stanno a cavallo le lenti; queste lo aiutano a non scambiare un cavallo con un elefante, quello si caccia, tutta la santa giornata, tra le carte grattate dalla penna d’oca, tra i fasci di documenti che sono negli archivii e i libri rari che constituiscono il patrimonio più sacro delle nostre biblioteche. [...]
Questi è Benedetto Croce. Infaticabile lavoratore egli consacra a’ suoi studii tutta la giornata passando dalla Biblioteca Nazionale all’Archivio di Stato e da questo alla Società di storia patria. Raccoglie, annota, fruga da per tutto e, rincasato, nel silenzio della sua camera da studio, dispone i suoi appunti per una novella monografia di cento pagine o per un libro che ne conta ben settecento.».
(Salvatore di Giacomo, Benedetto Croce (Mentre era in viaggio... trent’anni fa), in Benedetto Croce, p. 19-25:19-22; pur essendo stata pubblicata nel 1920, la testimonianza di Di Giacomo fu scritta nel 1889).

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