De André, Fabrizio

Nome
Fabrizio De André
Data di nascita
18/02/1940
Data di morte
11/01/1999
Fabrizio De André
Fabrizio De André

Nacque a Genova, il 18 febbraio 1940, da genitori di origini piemontesi. Terminato il Liceo classico, nel 1959 si iscrisse a Giurisprudenza ma abbandonò gli studi nel 1965.
Dopo aver studiato il violino da bambino, al liceo iniziò a suonare la chitarra, dando vita a piccole formazioni musicali e prendendo parte al Modern Jazz Group. Al 1958-1961 risalgono gli spettacoli ai quali De André partecipò per il teatro ‘La borsa di Arlecchino’, le prime prove di cantautore e la sua prima canzone, Nuvole barocche.
Nel 1961, come secondo disco, De André registrò La ballata del Michè e La ballata dell’eroe, un 45 giri che l’artista considerava il proprio vero esordio. Al 1963 risale un nuovo 45 giri, coartefice Paolo Villaggio, suo amico dall’adolescenza. Fino al 1966 l’attività canora di De André si tradusse in 45 giri, per un totale di 18 canzoni dalle alterne fortune e di diverso carattere.
Nel 1967 De André registrò il primo LP autentico, dal titolo Volume I. L’album si apre con Preghiera in gennaio, ispirata al suicidio di Luigi Tenco a San Remo, in concomitanza col Festival della Canzone italiana.  Nel 1968 De André incise il secondo long playing, Tutti morimmo a stento e Volume 3, una silloge di canzoni già edite e riarrangiate per l’occasione. Nel 1970 uscì La buona novella, rivisitazione della vicenda di Gesù sulla scorta dei Vangeli apocrifi. Già nel corso dello stesso anno De André mise a fuoco il soggetto per il long playing successivo, l’album dal titolo Non al denaro non all’amore né al cielo, ispirato all’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, che uscì nel 1971, seguito nel 1973 da Storia di un impiegato; entrambi furono frutto di una collaborazione con Giuseppe Bentivoglio e Nicola Piovani.
Nella primavera 1974 De André, colpito dal giovane cantautore Francesco De Gregori, lo invitò a trascorrere alcune giornate in Sardegna, in Gallura, per lavorare a nuovi progetti. Nacquero dal sodalizio i due album Canzoni (1974) e Volume VIII (1975). Durante le fasi di lavorazione di Canzoni, De André avviò una relazione sentimentale con la cantante Dori Ghezzi, che in seguitò sposò. Alla fine del 1974 De André decise inoltre di cominciare a esibirsi dal vivo. La prima tournée partì il 18 marzo 1975 alla Bussola di Viareggio: il successo fu immediato, e i concerti assunsero un ruolo di primo piano nella sua attività.
Tra il 1977 e il 1978 De André cominciò una collaborazione col poeta e cantautore Massimo Bubola: assieme a lui realizzò l’album Rimini (1978). Il 27 agosto 1979 De André e Dori Ghezzi, che si trovavano nella loro tenuta a Tempio Pausania, furono rapiti da parte di banditi sardi e liberati a dicembre dello stesso anno. Il primo lavoro successivo al rapimento fu, nel 1980, la canzone Una storia sbagliata, dedicata a Pier Paolo Pasolini e scritta con Bubola per la trasmissione televisiva giornalistica Dietro il processo. Al 1980 risale anche la creazione di una piccola etichetta, la FaDo.
Nel 1981 uscì l’album realizzato con Bubola e noto poi come ‘L’indiano’, dall’immagine di un nativo americano in copertina. Nel 1982 De André realizzò la prima tournée all’estero, accompagnato dallo strumentista Mauro Pagani, che curò le musiche per il suo album successivo, Crêuza de mä (1984). L’album fu un grande successo, insignito del premio Tenco e premiato per la miglior copertina al Salone internazionale della musica di Milano. Nel 1990 uscì l’album Le nuvole, al quale collaborò anche il cantautore Ivano Fossati. Nel 1996 uscirono sia l’album Anime salve sia il romanzo che De André pubblicò insieme ad Alessandro Gennari, Un destino ridicolo.
Il 1997 vide l’uscita di un nuovo album antologico, Mi innamoravo di tutto, e l’inizio di un nuovo tour nei teatri, che s’interruppe però il 24 agosto 1998, quando al cantautore fu diagnosticato il cancro ai polmoni. De André si spense a Milano l’11 gennaio 1999.

Dalila Bachis

Paolo Somigli, De André, Fabrizio Cristiano, in: Dizionario biografico degli italiani, 2014.

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