Biblioteca regionale universitaria di Catania

Biblioteca universitaria di Catania (sala di lettura)
Biblioteca universitaria di Catania (sala di lettura)

La lunga fase di ricostruzione della città di Catania, in seguito al rovinoso terremoto del 1693, coinvolse anche il Palazzo dell’Università edificato sulla centralissima e omonima piazza. Ampi locali in un’ala del piano nobile vennero destinati alla Biblioteca, che aprì al pubblico nel 1755 dopo che fu acquistata la raccolta privata dello storico siciliano Giambattista Caruso. Essa costituisce il primo nucleo librario al quale negli anni successivi si aggiunsero, tramite donazioni e acquisti, altri fondi importanti come le biblioteche dei collegi dei Gesuiti del Val di Noto, dopo l’espulsione dell’ordine dal Regno delle Due Sicilie nel 1767, e i libri del naturalista Giuseppe Gioieni.
Chiusa negli anni precedenti l’Unità, nel 1869 divenne Regia Biblioteca universitaria e nel 1893 con regolamento ministeriale fu riunita amministrativamente alla Ventimiliana, la raccolta del vescovo Salvatore Ventimiglia donata all’Ateneo nel 1783.
A causa di alcuni furti subiti durante il secondo conflitto mondiale e per garantirne la sicurezza in caso di bombardamenti, il patrimonio librario venne trasferito prima presso la Biblioteca comunale di Taormina e poi presso il Collegio Capizzi di Bronte. Rientrò nella sede di piazza Università nel 1945. Intorno alla metà del XX secolo, la biblioteca chiuse al pubblico a causa di lavori strutturali resi necessari da un'infestazione di termiti.
A partire dal 1977 assunse l’attuale denominazione di Biblioteca regionale universitaria di Catania, a cui per un periodo venne aggiunta l’intitolazione a “Giambattista Caruso”.
Di cultura generale, la Biblioteca fu istituita per soddisfare le esigenze di studio e i diversi indirizzi di ricerca dell’ateneo: nel corso degli anni è stata frequentata da un pubblico prevalentemente composto da docenti, studenti e studiosi locali. Tra i secoli XIX e XX numerose donazioni da parte di accademici ed esponenti della cultura cittadina contribuirono ad ampliarne le raccolte librarie.
Il fondo antico è costituito da manoscritti (secoli XIV-XIX), incunaboli, cinquecentine ed edizioni dei secoli XVII-XVIII, ma sono da segnalare i fondi Anastasi-Biondi, Capuana, Caruso, De Roberto, Verga e Ventimiliano.
La documentazione dell’archivio storico della biblioteca è attualmente in fase di riordino, in vista del prossimo trasferimento della Biblioteca dalla sede attuale al palazzo dell’ex Collegio dei Gesuiti.

Silvia Tripodi

Anagrafe biblioteche italiane: <https://anagrafe.iccu.sbn.it/isil/IT-CT0062>

Sito della biblioteca: <http://www.regione.sicilia.it/beniculturali/dirbenicult/biblioteche/biblioteche.html#bibliocatania>

La Biblioteca universitaria di Catania: cenni storici e statistici, a cura di Michele Maugeri, Catania, Galatola, 1872.

Le biblioteche e gli archivi durante la Seconda guerra mondiale: il caso italiano, a cura di Andrea Capaccioni, Andrea Paoli e Ruggero Ranieri, Bologna, Pendragon, 2007.

Salvina Bosco, ‘Come un tesoro sotto la terra sepolto’: contributo per la storia dei fondi librari della Biblioteca Universitaria (con appendice documentaria), in: Pell’utile e l servigio del publico studioso: nel 250° della Biblioteca universitaria, a cura di Salvina Bosco e Antonella Rapisarda, Palermo, Regione siciliana, Assessorato dei beni culturali, ambientali e della pubblica istruzione. Dipartimento dei beni culturali, ambientali e dell’educazione permanente, 2007, p. 17-26.

Salvina Bosco, La Libreria di Giovambattista e Francesco Caruso nella Biblioteca regionale universitaria di Catania,  «Il Bibliotecario», III serie, 2010, n. 1/2, p. 229-241.

Salvina Bosco, ... Ove dormono depositati: per una storia della Biblioteca regionale universitaria di Catania, «Bibliothecae.it», 1 (2012), n. 1, p. 157-174.

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Biblioteca universitaria di Catania - Salone con la mostra del 1955
Biblioteca universitaria di Catania - fondo Ventimilliano

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