Pavese (1934-1935)

Fonte:
Cesare Pavese, Lettere 1924-1944, a cura di Lorenzo Mondo, Torino, Einaudi, 1966.

«Chiarissimo Professore,
tempo fa le scrissi un biglietto dicendomi disposto a riprendere la supplenza, sotto condizione di due giornate libere e residenza a Torino.
[...] Non dimentico di considerare che insegnanti di latino migliori di me ce ne sono parecchi e non credo perciò di far troppo danno alla classe abbandonandola. [...]
Le sarò grato di un cenno e di un appuntamento a Vercelli per un giorno del mese entrante; desidero passare a salutarLa e restituire certi libri.»
(Cesare Pavese, minuta di lettera a un destinatario non identificato, [Torino autunno 1934?], p. 375. Evidentemente Pavese, mentre insegnava come supplente, aveva avuto in prestito dei libri dalla biblioteca della scuola. Per il riferimento a Vercelli e la datazione, la lettera è presumibilmente indirizzata a Giuseppe Morelli, preside del Liceo ginnasio Lagrangia, dove Pavese aveva insegnato nell'anno scolastico 1933/34).

«La cartolina della Biblioteca Civica [di Torino] allude a un libro di matematica di Peano, che si trova in casa di Nicchio. Di' che lo restituisca.»
(Pavese, lettera alla sorella Maria, [Roma, Carceri di Regina Coeli] 1° luglio 1935, p. 397. La giovane amica di Pavese, a cui aveva passato il libro, non è meglio identificata dai curatori).

«Cerca fra i miei libri e restituisci al Prof. Pascal bibliotecario del D'Azeglio questi libri:
Rodolico, Carlo Alberto (grosso, legato in bleu)
Sanesi, Storia d'Italia e Europa (4 o 5 voll. gialli oliva)
Orazio, Opere (in latino e francese, grosso, giallo)
Orazio, Epistole (piccolo, nero e rosso, legato)
Virgilio, Eneide (3 voll. rosso e nero, legato)
Io non ho bisogno che di libri, libri, e pipe.»
(Pavese, lettera alla sorella Maria, Brancaleone 3 settembre 1935, p. 434. Si tratta evidentemente di libri che Pavese aveva preso in prestito nella biblioteca del Liceo quando vi insegnava come supplente, prima di venire arrestato il 15 maggio di quell'anno. Della Biblioteca si occupava il prof. Arturo Pascal, ordinario di lettere al Ginnasio).

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