Piovene (1957a)

Fonte:
Guido Piovene, Viaggio in Italia, Milano, Bompiani, 2017.

«Ravenna è tra le nostre città in cui le tradizioni di cultura sopravvivono con più tenacia. Vi fa capo un teatro romagnolo, con tre compagnie dialettali, che girano nei paesi intorno, e attirano grande pubblico. È gloria di Ravenna la Biblioteca Classense, famosa per incunaboli e manoscritti. Anni fa, ricordo di avervi visitato una raccolta, credo unica, di xilografie primitive, italiane e tedesche. Mi accompagnava il bibliotecario d'allora, Sante Muratori, che illustrava in se stesso il tipo dello studioso ed erudito ravennate. A lui è succeduto Manara Valgimigli, uno dei nostri massimi grecisti e umanisti, finissimo scrittore, e la maggiore personalità culturale di Ravenna.
Manara Valgimigli è uno degli studiosi che le discipline umanistiche e la familiarità dei classici conducono a opinioni non già conservatrici, bensì radicali in politica: fenomeno abbastanza frequente nell'Italia di oggi. Ottantenne, seduto a tavolino, in uno studio che assomiglia a una cella, cistercense, in questa biblioteca che fu sede appunto di monaci cistercensi. Quasi non v'è passaggio di colore dal camice al grande viso tondo dal viso al cranio vasto senza capelli. Il viso e il cranio fanno insieme una specie di palla di gomma chiara, tinta appena di rosa. Tutto bianco, e un'immensa calma; ecco un uomo che sembra preordinato per il ritratto di un impressionista francese. Quel bianco monacale è però soltanto visivo. Appena Valgimigli parla, sprizzano da lui l'esuberanza, la cordialità ospitale, l'ostinazione, il gusto della diatriba e l'atavico anticlericalismo propri dei romagnoli. Abbandonando le cartelle, ch'egli sta ricoprendo della sua linda e minuta scrittura di uomo di studio, riversa nel mio seno la propria indignazione contro un giornalista, resosi reo di tradimento: ha scritto che Carducci, il maestro di Valgimigli, fu convertito in punto di morte dalla contessa Pasolini. Mi dimostra che non è così: "Prima di tutto non è vero; e poi, a questi chiari di luna, prima di scrivere una riga bisogna chiedere a se stessi: farebbe piacere alla Democrazia cristiana? Se fa piacere, non si scrive." Tutta la Romagna è qui, e zampilla anche dal fondo di una biblioteca cistercense. Dopo questa sfuriata, Valgimigli rientra negli abiti monacali e mi confessa che, da buon romagnolo, è devoto a san Romualdo.»

(Guido Piovene, Viaggio in Italia, pp. 299-300. La prima edizione fu pubblicata da Mondadori nel 1957)

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