Croce (1934)

Fonte:
Benedetto Croce, La biblioteca tedesca di Maria Carolina d’Austria regina di Napoli, «La critica», 32 (1934), n. 1, p. 71-77, n. 3, p. 233-240, e n. 4, p. 310-317.

«Il [August von] Kotzebue, visitando nel 1804 il palazzo reale di Caserta, fermò l’attenzione sulle tre stanze che contenevano la biblioteca della regina Maria Carolina d'Austria. Avevano esse eleganti armadii di mogano; nella seconda era una tavola rotonda, adorna di bronzi dorati, con caselle pei libri e un piano girevole che rendeva possibile alla regina di passare dall'una all’altra sorta di letture senza levarsi dalla sedia, e altri ingegnosi mobili per leggio: sulle pareti si vedevano i disegni originali degli edifizi di Caserta. La terza sala era stata affrescata nel 1782 dal tedesco Füger con quattro quadri: il Parnaso con le Grazie, l'Industria e la Ricchezza, la Scuola d'Atene, la Protezione delle Arti belle e il discacciamento dell'Ignoranza.
Ma il Kotzebue guardò sopratutto al contenuto degli armadii, alla qualità dei libri; e notò che nella prima sala c'era una moltitudine di opere storiche e filosofiche, le più in lingua francese, in nitide legature; nella terza, una scelta di volumi che la regina aveva portati con sè in viaggio, cioè nella fuga in Sicilia, nell'andata a Vienna, nel ritorno di là a Napoli, e che (diceva egli scherzando), se i libri come il vino e la birra diventano migliori coi viaggi di mare, dovevano essere annoverati tra gli ottimi. La seconda sala, invece, era dedicata tutt'intera alla letteratura tedesca, ma...
E qui il letterato tedesco Kotzebue fu preso da un moto di orrore: «ma il Ciel ci guardi! quale biblioteca di scarto! Neppure un solo cattivo romanzo è comparso da vent'anni a questa parte che qui non si trovi. La regina è di ciò affatto innocente: ella, come poi mi disse lei stessa, di solito ha appena il tempo di leggere i titoli dei libri; ma il libraio che aveva ricevuto la commissione d'inviarle libri tedeschi, dovrebbe vergognarsi della sua scelta e dei suoi guadagni, e il bibliotecario doveva subito scartare quella robaccia, e non metterla in mostra a occhi stranieri. Che cosa, per esempio, penserà mai un forestiero quando tra i libri di una regina vede uno di questo argomento: Eheliche Umarmungen und Plaisantereien mit Maitressen? Di simili cosette graziose potrei nominare una dozzina».
Certo non pare che la regina Carolina, quantunque tedesca, leggesse quei libri tedeschi. Leggeva bensì, e questa occupazione si trova segnata di frequente nel suo diario, in riga con le altre e più comuni faccende, delle quali coscienziosamente teneva nota giornaliera. [...]
Ma lasciamo le letture di Maria Carolina, tuttochè queste notizie e giudizii non manchino di fornire qualche istruzione; e, ritornando alla sua non letta o poco letta biblioteca tedesca, che tanto scandalizzò il Kotzebue, diciamo che noi, oggi, non possiamo non provare gratitudine per il libraio tedesco fornitore, che egli così severamente biasimava, perché colui, col suo indiscernimento o con la sua avidità commerciale che lo spingeva a inviare alla propria cliente quanti più libri potesse, ha donato a Napoli una raccolta forse unica nel suo genere e che non si trova neppure nelle più ricche biblioteche di Germania. Rimossa come inutile ingombro dalla reggia di Caserta, spezzata e spartita senza alcuna ragione e alcun criterio tra la biblioteca Universitaria e quella Nazionale di Napoli, è ora riunita tutta in quest'ultima in una sala speciale, e il lavoro di catalogazione ne è a buon punto. Se non ho errato nel mio calcolo sommario, comprende circa quattromila opere, quasi tutte stampate dal 1780, e anzi nella maggior parte dal 1790 al 1803, in ottomila o più volumi. [...]
Ho io passato in rassegna tutto ciò che offre la biblioteca tedesca di Maria Carolina? No, di certo. Ci vorrebbe a questo fine un catalogo, e un catalogo ragionato. Ma credo di avere orientato gli studiosi circa il materiale che contiene, e certo ho orientato me stesso, che più volte ho fatto ricorso a quella raccolta per miei lavori, e ancora dovrò ricorrervi.»
(Benedetto Croce, La biblioteca tedesca di Maria Carolina d’Austria regina di Napoli, p. 71-73, 317)

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